Un passo avanti per la riforma del Catasto

Un passo avanti per la riforma del Catasto

La riforma del Catasto, che ha preso il via lo scorso febbraio con la Delega Fiscale divenuta Legge, pare avviarsi verso una crescita della pressione fiscale, in alcuni casi pari a 10 volte i valori di oggi.
Se da un lato, infatti, dovrebbe rappresentare un sistema migliore e più equo per stabilire il valore degli immobili, dall’altro è quella che nasconde il maggior numero di insidie, non fosse altro perché il peso delle imposte sugli immobili dipende proprio dalle valutazioni catastali.
Con la nuova riforma, non si calcoleranno più le rendite catastali sul numero dei vani, ma sugli effettivi metri quadrati.
Ma come si calcolano effettivamente i metri quadri?
In base al Dpr 138/98, per la superficie catastale delle unità a destinazione ordinaria si calcolano i muri interni e perimetrali esterni per intero fino a uno spessore di 50 cm e i muri in comunione al 50% fino a uno spessore di 25 cm.
La superficie dei locali principali e degli accessori di altezza utile inferiore a 1,50 metri non entra nel computo. Scale, rampe, ascensori interni si computano in base alla loro proiezione orizzontale. Soffitte, cantine e simili si contano al 50% se comunicanti con la casa, al 25% in altro caso; balconi, terrazze e simili, di pertinenza esclusiva, sono al 30% fino a 25 metri quadrati e al 10% per la quota eccedente (se comunicanti con la casa).

La rendita catastale nel Nuovo Catasto sarà calcolata a partire dal dato dei valori di locazione annui espressi al metro quadrato, forniti dai dati che produce periodicamente l’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI).
Questo dato, moltiplicato per la superficie dell’unità immobiliare e corretto da un coefficiente che tenga conto delle spese di manutenzione, disposizioni di legge per adeguamenti tecnici, assicurazioni, ecc. fornirà la nuova rendita catastale

Ci saranno più di 100 commissioni, che dovranno rivedere il valore patrimoniale e rendite degli immobili avvicinandoli ai valori di mercato.
I tempi saranno lunghi, anche perché, pur procedendo con immobli campione, si tratta pur sempre di effettuare una ricognizione su 63 milioni di unità immobiliari. L’iter è però avviato

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