Positivi i segnali per il credito alle famiglie

Positivi i segnali per il credito alle famiglie

Assofin, CRIF e Prometeia hanno esaminato la situazione sul credito al dettaglio: nello scorso 2013 il credito alle famiglie ha continuato a contrarsi proseguendo il trend in atto ormai da metà del precedente 2012.
In un momento di difficoltà come quello che stiamo attraversando, il calo ha riflesso la riduzione della domanda, legata alla minor spesa influenzata dai comportamenti ancora prudenti delle famiglie. L’elevata incertezza circa le prospettive reddituali e occupazionali dei consumatori ha continuato, infatti, a condizionarne le scelte di spesa e di investimento.
Nonostante ciò, nei primi tre mesi del 2014 i flussi di nuovi crediti hanno ripreso a crescere rispetto allo stesso periodo del 2013, in particolare quelli dei prestiti per acquisto abitazioni e altri mutui, grazie a un miglioramento del clima di fiducia delle famiglie in seguito ai primi segnali della possibile fine della fase recessiva e a condizioni di offerta più distese.

Il credito al consumo

Nonostante consumi delle famiglie ancora deboli, l’attività di erogazione di credito al consumo, dopo la chiusura in negativo del 2013 (-5.3%), nel primo trimestre del 2014 rimane stabile (-0.2%).
Questo trend è sostenuto dal buon andamento dei flussi veicolati dalle carte rateali/opzione e dalla ripresa dei finanziamenti finalizzati per auto/moto, mentre segnano ancora il passo le erogazioni delle altre tipologie di prodotti.
Nel dettaglio le erogazioni via carte di credito rateali/opzione, dopo il calo del 2013 (-1.9%), nel primo trimestre 2014 hanno mostrato una ripresa (+3%), grazie anche al lancio di nuovi prodotti sul mercato. Si segnala, tuttavia, come il comparto continui a mostrare un andamento a due velocità: una crescita per le opzione (+0.2% nel 2013, +4.2% nei primi tre mesi del 2014), tra le quali si annoverano anche carte bancarie caratterizzate da un utilizzo prevalentemente a saldo, e un calo per le rateali (-11.9% nel 2013, -3.1% nel primo trimestre 2014).
Anche i finanziamenti finalizzati all’acquisto di autoveicoli e motocicli hanno chiuso il 2013 con una riduzione dei flussi (-6.6%), mentre nel primo trimestre 2014 le erogazioni sono tornate a crescere (+2.1%), interrompendo una serie negativa che durava dal secondo trimestre del 2010, grazie all’evoluzione positiva dei finanziamenti finalizzati all’acquisto delle auto nuove, nella componente a tassi di mercato, e dei finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto usate.

I finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni/servizi (appartenenti a settori quali arredo, ciclomotori, elettronica ed elettrodomestici, ed altri beni e servizi finanziabili, tra i quali viaggi, spese mediche, palestre…) proseguono invece nel trend di peggioramento: dopo il calo pari a -4.8% nel 2013, nel primo trimestre 2014 fanno segnare un -6.1%. Questa dinamica è riconducibile alla contrazione dei consumi delle categorie merceologiche cui i finanziamenti sono destinati.
Anche per quanto riguarda i prestiti personali si registra un calo nel 2013 (-9.6%), che tuttavia è più contenuto rispetto al minimo toccato nel 2012, seguito da una ulteriore attenuazione della contrazione nel primo trimestre del 2014 (-1.9%). Le ragioni dell’andamento ancora negativo vanno ricercate nella maggiore prudenza di famiglie ed istituti eroganti verso un prodotto che prevede mediamente importi e durate più lunghe ed è più rischioso rispetto ad altre tipologie di finanziamento.
Infine i finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio/pensione (CQS), che nel 2013 erano stati la sola forma tecnica in ripresa dopo la forte contrazione del 2012 (+3.1% la crescita dei flussi), nel primo trimestre 2014 mostrano un nuovo calo dell’attività (-2.2%).

I mutui immobiliari

Il mercato dei mutui immobiliari alle famiglie consumatrici aveva chiuso il 2013 ancora in flessione, sebbene più contenuta rispetto a quella del 2012, quando i volumi si erano ridotti di oltre la metà.
Nel dettaglio, i mutui per acquisto di immobili avevano fatto segnare la contrazione più intensa (-10%), mentre la componente degli “altri mutui” si era contraddistinta per una maggior tenuta (-3.7%).
Nel primo trimestre del 2014 le erogazioni di mutui immobiliari alle famiglie consumatrici sono invece tornate a crescere, sia nella componente dei mutui d’acquisto (+6.2% rispetto allo stesso periodo del 2013), sia soprattutto in quella degli “altri mutui“ (+12.4%).
Dall’inizio dell’anno si è assistito alla proposizione, da parte di alcuni istituti, di offerte differenziate in base al valore del loan to value, con spread decrescenti al crescere della quota non finanziata del valore dell’immobile. La ripresa dell’offerta si coniuga, dunque, con la necessità di contenere la rischiosità.
L’Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia mette anche in evidenza come nel corso del 2013 e dei primi mesi del 2014 famiglie italiane ed enti eroganti abbiano optato per mutui di importo medio e di durata in lieve riduzione rispetto all’anno precedente, soprattutto a tasso variabile (59% dei flussi) e stipulati, in via prevalente, direttamente presso le filiali bancarie.

L’analisi della rischiosità

Nel corso del 2013 e nel primo trimestre 2014 si è assistito a una stabilizzazione del rischio di credito, grazie alla selettività dell’offerta e alla prudenza delle famiglie nelle decisioni di acquisto/investimento.
Nello specifico, a marzo 2014 il tasso di default (ovvero l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 6 o più rate nell’ultimo anno di rilevazione) del credito al dettaglio considerato nel suo complesso (mutui immobiliari e credito al consumo) si è stabilizzato sui livelli dello scorso anno (2.5%), livello comunque piuttosto elevato.
Per quanto riguarda nello specifico il mercato del credito al consumo, nel marzo 2014 il tasso di default rivela un livello di rischiosità sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, che si attesta al 2.6%, mentre nel segmento dei mutui immobiliari è passato dal 2.0% di marzo 2013 all’1.9% del primo trimestre 2014.
Nei prestiti personali, infine, questo indicatore si attesta al 4% mentre per i prestiti finalizzati raggiunge l’1.7%.

Le prospettive

Nel triennio 2014-2016 la ripresa del mercato del credito alle famiglie si dovrebbe consolidare gradualmente, sebbene la cautela dell’offerta e l’incertezza da parte delle famiglie manterranno modesti i ritmi di crescita.
Le politiche di offerta continueranno a mantenere elevata l’attenzione al profilo di rischio della clientela, soprattutto in considerazione dell’impatto che le rettifiche su crediti hanno avuto sulla redditività del comparto in questi ultimi anni e, almeno quest’anno, dell’incertezza sugli esiti del processo di valutazione complessiva della Bce tutt’ora in corso. Sono comunque attesi miglioramenti delle condizioni di accesso ai mercati della raccolta, favoriti anche dalle recenti manovre della Bce.
Nel triennio 2014-2016 i flussi di finanziamenti alle famiglie concessi da banche e società finanziarie saranno nel complesso ancora più contenuti rispetto agli anni pre-crisi.
La previsione per il credito al consumo riflette ancora gli elementi di debolezza che continueranno a caratterizzare offerta e domanda: nel 2014 le consistenze del credito al consumo registreranno ancora un’ulteriore riduzione (-1.5%), cui seguirà una fase di crescita nel 2015, attesa consolidarsi nell’ultimo anno della previsione, sebbene i ritmi anche in questo comparto rimarranno modesti (+2.0% in media nel biennio 2015-2016).
Per i mutui per acquisto abitazioni, nell’ultima parte del 2014 le consistenze sono attese in lieve crescita (+0.6%), favorite dalla ripresa dei flussi nel corso dell’anno. Nel biennio successivo la crescita proseguirà a ritmi più elevati (+2.5% medio annuo).

Nel complesso la rischiosità del credito alle famiglie rimarrà elevata nel triennio 2014-2016 e si rifletterà sulle politiche di pricing e sull’attenta gestione dei crediti anomali. La gestione dei rischi rimarrà pertanto un elemento centrale per il ripristino di livelli di redditività del settore sostenibili e per l’allentamento dei vincoli alla crescita dei volumi intermediati.

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