10 start-up nano che sognano in grande

10 start-up nano che sognano in grande

La tensione è immancabile, anche dopo una intensa preparazione di tre giorni, prima di presentare il proprio elevator pitch di fronte alla platea di investitori presenti alla prima edizione di From the Lab to the Market, speciale sessione di NanotechItaly 2013 (conferenza internazionale organizzata da Veneto Nanotech, AIRI/Nanotec IT, CNR e IIT) dedicata alle start-up nanotecnologiche, organizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo Start-Up Initiative e il progetto Nanoforce.

Ma i dieci team internazionali selezionati, reduci da tre giorni di Boot Camp tenuto dagli angels californiani Bill Barber e Brian Wurfel, di INCube, sono stati preparati alla perfezione per catturare l’attenzione e conquistare la platea di investitori, addetti ai lavori e giornalisti, presentando i loro progetti di business focalizzando i punti di forza.

Abbiamo chiesto a Brian Wurfel quali sono gli ingredienti fondamentali per il successo di una start-up in ambito nanotecnologico: «Sono gli stessi di tutte le altre start-up: qualità della squadra e qualità degli investitori. Il primo aspetto è fondamentale per il secondo: infatti la comunità degli investitori partecipa quando percepisce che si trova davanti a un team forte, con una buona preparazione tecnica», ci ha spiegato.

Gli abbiamo chiesto anche i segreti per rendere attraente la propria idea di business di fronte agli investitori: «Sono essenzialmente tre: avere un team forte, mostrare di comprendere la propria tecnologia, e avere la volontà di chiedere – ancora prima che di accettare – aiuto e risorse aggiuntive», ha risposto Wurfel.«Bisogna poi riuscire a capire il mercato, i competitor e inmparare a parlare il linguaggio degli imprenditori».

Le 10 start-up, selezionate tra le 31 che hanno partecipato da tutta Europa, hanno presentato progetti che vanno dalla tecnologia blu ray per l’analisi di vari parametri del sangue della danese BluMag, alle nanocapsule per la cura del cancro dei salentini Cube Labs Nano, alle vernici luminose su pannelli trasparenti della veneta Heliv Group.

Tensive è la start-up che avrà l’opportunità di aggiudicarsi l’investimento in equity di 360 mila dollari messo in palio da 360° Capital Partners, partecipando direttamente alla finale di 360by360 Competition. Federico Martello, il presidente di Tensive, racconta tutte le difficoltà di una start-up che opera in ambito biotech: «Stiamo sviluppando un materiale biodegradabile e vascolarizzabile per la ricostruzione del seno, sia estetica che ricostruttiva, che sostituirà il silicone. Dopo 3 anni di sperimentazione all’interno della Fondazione Filarete, dove il nostro team si è formato, abbiamo fondato la nostra start-up, ma la commercializzazione è prevista solo dopo i trial clinici, e quindi non prima di 4 anni».

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