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Barriera antipolvere Arrigoni per l’ILVA di Taranto

ARRIGONI

La produzione dell’azienda siderurgica ILVA di Taranto, inizia con materie grezze (minerale di ferro – fondenti – carbon fossile).
Negli ultimi tempi sono stati parecchi i problemi che l’azienda ha avuto, a livello legale e ambientale, proprio causati dalla dispersione delle polveri rosse realizzate dalla lavorazione dei suoi prodotti nelle aree limitrofe allo stabilimento.
Le polveri sollevate dai venti molto frequenti nella zona, hanno creato enormi problemi d’inquinamento nelle aree adiacenti il parco minerario, in particolar modo nel quartiere Tamburi di Taranto, densamente popolato.

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Dopo attenti studi – effettuati con la collaborazione del Tavolo Tecnico istituito (di concerto con la Regione Puglia, l’ISPRA, l’ARPA e l’Ilva) dal Ministero dell’Ambiente – si è concluso che un eccellente soluzione – con un ottimo rapporto risoluzione del problema/prezzo finale – fosse la costruzione di un’ampia barriera antipolvere – alta 21 metri e lunga quasi 2.000 metri – con un rapporto di permeabilità all’aria pieno/vuoto di 66-34%.
La rete, con la sua porosità, oltre che a rallentare la velocità del vento, effettua anche un’azione di intrappolamento delle polveri.

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ILVA ha prescelto Arrigoni quale fornitore del tessuto tecnico utilizzato per la realizzazione della barriera posta al confine tra i parchi minerari e la confinante strada provinciale. L’obiettivo di questa barriera è quello di contenere la diffusione di polveri pesanti dalla zona dei parchi minerali verso l’esterno. La rete tecnica 2382 Libeccio 70 è stata fabbricata nello stabilimento Arrigoni di Putignano (Bari), certificato ISO 9001:2000 eISO 14001.
Per tutti i lavoratori è stato motivo di orgoglio aver fabbricato un tessuto che ha contribuito a risolvere un grave problema d’inquinamento nella propria regione.

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La rete 2382 Libeccio 70 è realizzata a partire da granuli di HDPE fabbricati da Lyondellbasell.
Arrigoni ha effettuato nei propri stabilimenti tutti i cicli di produzione: dal granulo al monofilo Arlene® (high tenacity and long lasting tecnical monofilament) e successivamente l’operazione di tessitura con telai della Karl Mayer. La rete è stata confezionata in teli aventi dimensioni diverse richieste dall’uffico tecnico dell’Ilva.
E’ stata rifinita con il metodo “super premium” che prevede l’inserimento sul perimetro di una guaina di rinforzo di larghezza mm 50, cucitura quadrupla e occhielli in metallo.

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