Mercato macchine per costruzioni ancora in calo

Nei primi tre mesi del 2013 sono state vendute 1.157 macchine per costruzioni sul mercato italiano con un calo del 36% rispetto allo stesso periodo del 2012. Nel dettaglio le vendite di macchine movimento terra sono state 1.106 (con un calo sempre di 36 punti percentuali), 23 macchine stradali (-43%) e 28 macchinari per il calcestruzzo (-39%).
Inoltre, secondo quanto emerge dal Monitor commercio estero del Construction equipment outlook realizzato da Unacea e Prometeia le esportazioni di macchine per costruzioni nel mese di gennaio hanno raggiunto i 131 milioni di euro, registrando però una flessione dell’1,8% rispetto all’anno precedente. Dopo il +3% rilevato sull’intero 2012, il calo di gennaio sembra dovuto alla flessione degli scambi intra-Ue (-19%) e verso l’Europa dell’Est e la Turchia (-28%), dove si dirigono volumi importanti di export. Positive invece le esportazioni verso i mercati africani (+51%) e asiatici (+18%). Aumentano le esportazioni di macchine per la preparazione degli inerti (+6%), delle gru a torre (+46%), dei macchinari per il calcestruzzo (+17%) e delle macchine per la perforazione (+18%). Registrano invece una flessione le macchine per il movimento terra (-16%) e quelle stradali (-20%). La bilancia commerciale del comparto rimane positiva per 107 milioni di euro, registrando un miglioramento del 7% rispetto quanto registrato nel gennaio del 2012 – risultato positivo in larga parte dovuto alla perdurante stagnazione del mercato interno, le cui importazioni (23.816 milioni) sono calate del 29% rispetto a quanto registrato lo scorso anno.
“In Italia il comparto delle macchine per costruzioni – sostiene Enrico Prandini, vicepresidente di Unacea – continua a risentire in maniera estrema dell’assenza di politiche di crescita. La crisi e la mancanza di controlli adeguati, creano inoltre il paradosso che a fronte degli enormi investimenti richiesti dalle normative europee in materia di conformità, sono presenti nei cantieri macchine non conformi che distorcono la concorrenza e non sono in grado di rispettare gli standard di sicurezza e rispetto ambientale. Unacea chiede che il nuovo governo appena insediatosi introduca almeno nei bandi di gara sistemi premiali nei confronti delle imprese edili che utilizzano macchine di ultima generazione, più sicure, efficienti e rispettose dell’ambiente. Chiediamo inoltre che finisca la continua immissione di macchine non conformi sul mercato e che si introducano dispositivi adeguati di sorveglianza a partire dall’anagrafe delle macchine per costruzioni.”

“Anche il mercato italiano dei macchinari per il calcestruzzo – aggiunge Davide Cipolla, consigliere di Unacea con delega alle attività di questo gruppo merceologico – segue la flessione generale del comparto condividendone motivi e proporzioni. Il parco di questi macchinari sta subendo un processo di obsolescenza che può avere conseguenze negative sull’efficienza delle imprese utilizzatrici, oltre che sull’ambiente e la sicurezza. Da questo punto di vista denunciamo che circa l’85% della produzione industrializzata di calcestruzzo viene effettuata ancora ‘a secco’, ovvero con impianti privi di mescolatore, quando è scientificamente appurato che solo con il processo di premescolazione si può ottenere un prodotto con alte caratteristiche di qualità e di affidabilità. Chiediamo quindi l’introduzione di un provvedimento volto a diffondere la cultura della premescolazione come strumento per l’aumento della qualità e delle caratteristiche di performance del calcestruzzo e a favore della sicurezza e qualità delle costruzioni”.

Nata nel 2010, Unacea è l’associazione di categoria aperta al contributo di tutte le aziende italiane di macchine per costruzioni. Attualmente ha un tasso di rappresentatività in termini di fatturato di oltre il 75% del valore dell’intera industria nazionale di macchine e attrezzature per il movimento terra e per il calcestruzzo. Unacea è socio del Cece, il Comitato europeo dei produttori di macchine per costruzioni che raggruppa le associazioni nazionali di 14 paesi in rappresentanza di circa 1.200 aziende, per un fatturato di circa 23 miliardi di euro e 130 mila persone impiegate direttamente.

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