Itinerari di architettura milanese 2013

Giunti alla decima edizione, gli itinerari di architettura dell’Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Milano, a cura della sua Fondazione, sono uno strumento per conoscere l’anima della città attraverso le sue più rilevanti espressioni del Novecento.

Itinerari di architettura milanese 2013

Anche per il 2013 sono previste due giornate, una estiva e una autunnale, dove sarà possibile partecipare a dei percorsi alla scoperta del ricco patrimonio milanese dell’architettura moderna.

Gli itinerari di architettura milanese 2013

“Abitare, muoversi, produrre: struttura e forma nell’architettura milanese” a cura di Giulio Barazzetta e Martina Landsberger

Si abita la città, la città si percorre e nella città si lavora. Spesso senza rendersi conto della forma di luoghi e delle architetture che sono consuetudine quotidiana. Eppure proprio l’ordinario quotidiano se osservato con attenzione e secondo un punto di vista particolare si rivela straordinario.

L’itinerario illustra quattro opere per ognuno dei temi individuati: abitare, muoversi e produrre, ponendo l’attenzione sul rapporto costruzione/forma nella relazione che lega l’idea alla realizzazione, osservando in particolar modo il rapporto fra forma costruita e struttura portante piuttosto che tecnica e procedimento della costruzione fissati nell’architettura.

Gli esempi scelti, realizzati dalla ricostruzione ai giorni nostri, sono emblematici di questo nesso e lo palesano in un progetto coerente in cui l’idea architettonica è esaltata dalla scelta costruttiva, e in cui la figura dell’architetto e quella dell’ingegnere si confondono nella costruzione, tanto da rendere difficile l’individuazione del contributo dell’uno e dell’altro.

“Dall’idea della città alla città costruita: l’area di Garibaldi-Repubblica” a cura di Patrizio Antonio Cimino

Sono la complessità della sua storia e la particolarità del suo sviluppo che rendono l’area Garibaldi Repubblica un luogo unico, simbolo e sintesi della storia di Milano, protagonista fra le altre di quel quadro di frenetico sviluppo che interessa la città a partire dalla prima metà dell’‘800.

Quello che si cerca di restituire pertanto è un quadro, seppure sintetico, del processo di trasformazione di questa porzione così significativa di città, non solo attraverso la descrizione di quelli che sono i nuovi interventi nell’area, emblemi della nuova immagine globalizzata della città, ma anche quali sono stati i passaggi che hanno portato a concretizzare tale idea, a partire dalla stretta correlazione con le infrastrutture che l’ha contraddistinta, passando per le previsioni dei piani regolatori e approfondendo il legame con le architetture che hanno caratterizzato “l’idea di città” e che disegnano oggi la “città costruita”.

“La casa popolare” a cura di Marco Lucchini

L’Edilizia Residenziale Pubblica milanese si presenta oggi come un vasto patrimonio culturale, considerabile come un “museo diffuso” a scala metropolitana.

Gli studi, le ideologie e le esperienze sul tema della “casa per tutti” hanno dato forma a parti di città dal disegno unitario e riconoscibile in grado di esprimere rilevanti valori figurativi dello spazio. L’itinerario metterà a confronto esempi paradigmatici realizzati nell’ambito dell’INA-Casa (1949-1963) con realizzazioni contemporanee.

Potranno così essere colti elementi di permanenza e di discontinuità tra opere celebri, per scelte insediative e espressione linguistica, che contribuirono a rendere l’architettura milanese una “scuola” con un posto nella storia, e realizzazioni di architetti emergenti che hanno raccolto un’eredità difficile, aggiornandola con le forme della contemporaneità.

“Arte e architettura” a cura di Claudio Camponogara ed Elisabetta Dulbecco

“Fra gli intenti che si posero gli architetti negli anni che seguirono la fine della guerra, i quali coincisero con la ripresa dell’attività edilizia, vi fu quello di riesaminare ( con il celato proposito di confutarla) la nota intransigenza del funzionalismo più rigido contro la decorazione in architettura.” Così l’architetto Carlo Perogalli iniziava la propria relazione al Convegno sull’Architettura e Arti visive, tenutosi a Roma nel marzo del 58.

La relazione continuava mettendo in luce come la città in cui questo dibattito aveva il proprio centro era Milano, dove anche le realizzazioni erano state maggiori. Si trattava di una fenomeno di grande originalità, espressa  dal Movimento Arte Concreta, MAC, inizialmente nato come gruppo pittorico, al quale in seguito aderirono anche architetti e scultori.

Questo breve itinerario ha lo scopo di mostrare le due vie che l’esperimento ha percorso nella sua breve vita: da una parte la collaborazione tra architetto e pittore o scultore, dove l’architetto “regala” la facciata all’artista, dall’altra la realizzazione di edifici in cui la struttura stessa costituisce una forma artistica.

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