Mondo: nuovi mercati, nuove opportunità

Mondo: nuovi mercati, nuove opportunità

Osservando i dati aggregati sugli investimenti in costruzioni al livello di macro aree, messi a disposizione dal sistema informativo del Cresme SIMCO, appare subito evidente come gli ultimi anni siano stati caratterizzati da un rapido processo di ridistribuzione geografica del mercato delle costruzioni. Nel 2012 il 46% della spesa mondiale ha riguardato attività edilizia localizzata in Asia, questo quando nel 2000 superava di poco il 30%.

In altre parole, il centro geografico delle costruzioni si sta spostando sempre più verso oriente. La Cina oggi produce e consuma più della metà del cemento mondiale (1,5 miliardi di tonnellate), gli investimenti in nuova edilizia non residenziale in India sono cresciuti fino a superare di 6 volte il mercato italiano (oltre 115 miliardi di euro contro 18, ma nel 2000 erano sullo stesso livello), l’Indonesia è tra i primi 15 mercati mondiali, dopo la Cina, il paese che ha vissuto l’espansione edilizia più rapida degli ultimi 5 anni (+90% di investimenti tra 2012 e 2007). E tutto questo mentre in Europa il mercato, dopo 5 anni di recessione ininterrotta, si è riportato (se valutato in termini reali) addirittura al di sotto dei livelli di inizio secolo (1.530 miliardi nel 2012 contro i 1.540 del 2000).

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Ma la scomposizione dei trend globali al livello di aggregati geografici risulta fuorviante per via dell’eterogeneità dei paesi che li compongono. L’aggregato europeo, ad esempio, comprende l’Unione Europea dei 15, ma anche la Russia e i paesi emergenti dell’est Europa e dei Balcani. L’Asia include assieme al Giappone, che ha da anni completato il processo di infrastrutturazione di base e di trasformazione edilizia, anche paesi come la Cina e l’India, che hanno vissuto in 10-15 anni un vero e proprio salto di scala nella dotazione di capitale fisso.

Molto più sensato, ad un primo livello di analisi, sarebbe invece raggruppare i territori secondo il livello di sviluppo economico raggiunto, ad esempio suddividendo il campione di 150 paesi del data base SIMCO (oltre il 99% del Pil mondiale) tra paesi in via di sviluppo o economie emergenti ed economie avanzate, ad esempio, partendo dalla classificazione della Banca Mondiale (che ricordiamo si basa, sostanzialmente, su parametri di reddito pro-capite).

Emerge allora come gli ultimi anni abbiano visto ridimensionarsi gli investimenti in costruzioni in molte economie avanzate, come conseguenza di fattori ciclici e congiunturali (inversione del ciclo edilizio, crisi economica, credit-crunch), a cui si è contrapposta la rapida crescita dell’attività edilizia e di infrastrutturazione di base nelle economie in via di sviluppo, crescita collegata ai “naturali” processi che stanno alla base dello sviluppo economico, tra cui infrastrutturazione, urbanizzazione, ed edificazione degli spazi produttivi. Così, se nel 2000 quasi l’80% degli investimenti in costruzioni mondiali si concentravano nei paesi di vecchia industrializzazione, oggi praticamente la metà riguardano attività edilizia localizzata nei paesi in via di sviluppo, una quota che, secondo le previsioni del Cresme, nel 2016 avrà superato il 53%.

Anche alla luce di quanto visto, nonostante il rallentamento delle dinamiche espansive in Occidente, la crescita degli investimenti al livello mondiale nel medio breve periodo sarà quindi garantita dallo sviluppo edilizio ed infrastrutturale delle economie emergenti (trainato da sviluppo economico, espansione demografica e urbanizzazione), e che non significa soltanto infrastrutture, ma anche abitazioni e spazi produttivi.

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E in questo scenario economico dove gli spazi dei mercati locali delle principali economie occidentali continano a ridursi, gli investimenti ristagnano e la domanda interna si assottiga, gli elementi chiave della competizione ruotano attorno a innovazione e capacità di diversificazione, in particolare, diversificazione territoriale. E, come visto, le opportunità all’estero per tutta la filiera delle costruzioni non solo esistono ma, nei prossimi anni, sono destinate ad aumentare e a maturare, e questo indipendentemente dall’evoluzione degli scenari economici in Italia e in Europa.

Fonte Edilbox
Autore Antonio Mura

 

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