Sbloccati 111 milioni e 800 mila euro per l’edilizia scolastica

Sbloccati 111 milioni e 800 mila euro per l’edilizia scolastica

Il decreto del Ministero delle Infrastrutture assegna le risorse sulla base dei singoli interventi da realizzare comune per comune.
Con quasi 37 milioni la Lombardia è in testa alla classifica dei finanziamenti, seguita dal Lazio con 11 milioni e 800 mila euro, dal Piemonte con 11 milioni e 620 mila euro, dall’Emilia Romagna con 10 milioni e 775 mila euro e dal Veneto con 10 milioni 696 mila euro.
Agli ultimi posti si collocano invece Abruzzo e Valle d’Aosta, che si sono aggiudicate rispettivamente 55 mila e 50 mila euro.
Per poter accedere alle risorse, entro il 25 febbraio, cioè quarantacinque giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta, gli enti aggiudicatori, ossia Province e Comuni, dovranno comunicare al Ministero l’interesse al finanziamento, indicando anche il responsabile del procedimento.
Nei successivi quindici giorni, il Ministero notifica la ricezione della comunicazione. L’ente aggiudicatore ha in seguito duecentoquaranta giorni per certificare che il progetto definitivo è coerente al programma del Ministero e sottoscrivere un mutuo con un istituto finanziario.
La certificazione è rilasciata per interventi di adeguamento o miglioramento controllato della vulnerabilità sismica, così come per i lavori di manutenzione straordinaria, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo.
Ha diritto al finanziamento anche la costruzione, in altro sito dello stesso comune, di un nuovo edificio scolastico in sostituzione di uno esistente da demolire o da destinare ad altro uso. La costruzione di un nuovo edificio scolastico in un’altra zona è autorizzata in presenza di particolari condizioni sfavorevoli del sito o se la ristrutturazione di quello esistente risulta antieconomica. La documentazione inerente all’intervento deve essere accompagnata da una valutazione economica che tenga conto dell’eventuale riutilizzo dell’edificio esistente.
Se non si rispetteranno i termini, il finanziamento sarà revocato dopo una serie di accertamenti che potrebbero far intercorrere circa dieci mesi tra l’assegnazione delle risorse e l’avvio dei lavori.

Le risorse possono essere perse se l’ente aggiudicatore non stipula un mutuo entro un anno dal momento in cui ha inviato la dichiarazione di interesse al Ministero o se, entro un anno dalla sottoscrizione del mutuo,non trasmette una relazione sui rapporti Stato – Ente.
I finanziamenti sono persi anche nel caso in cui l’ente aggiudicatore violi le disposizioni amministrative o comprometta la tempestiva esecuzione dell’opera a causa della sua imperizia.
In caso di revoca, il Ministero rimborserà all’istituto finanziario le rate erogate, ma potrà effettuare degli accertamenti sui lavori eseguiti ed eventualmente chiedere un risarcimento dei danni all’ente.

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