La ‘seconda crisi’ dell’Area Euro si riflette sull’industria ceramica italiana

La ‘seconda crisi’ dell’Area Euro si riflette sull’industria ceramica italiana

Dopo quattro anni dalla crisi finanziaria del 2009, l’economia continentale registra una flessione che colpisce, in modo particolare con effetti recessivi, i paesi più indebitati del Sud Europa ed il comparto delle costruzioni. Questo contesto spiega il risultato 2013 dell’industria italiana delle piastrelle di ceramica, anno di peggioramento generalizzato dopo un biennio di ripresa, anche se in questi ultimi mesi del 2013 crescono alcuni mercati di esportazione, tra cui quello statunitense. Sono queste alcune evidenze che emergono dal consuntivo di fine anno, presentato dal Presidente di Confindustria Ceramica Franco Manfredini, che ha anche annunciato che l’edizione 2013 di Cersaie anticiperà l’apertura a lunedì 23 settembre.

L’acuirsi della crisi del mercato delle costruzioni in Italia ha determinato una flessione delle vendite di piastrelle di ceramica sul mercato domestico del -17%, per un livello di assorbimento dell’Italia a valori prossimi ai 95 milioni di metri quadrati. Il pesante calo ha determinato una riduzione nelle vendite complessive (-7,3%), tra le più forti mai registrate nella storia del settore, solo in parte riequilibrato dall’ottima espansione dei prezzi medi di vendita (+5,3% in soli 12 mesi). Negli ultimi mesi del 2012 segnali positivi emergono dal mercato statunitense, dove la crescita degli housing starts si accompagna, nei primi 10 mesi dell’anno, ad una maggior domanda di ceramica sia per i fabbricanti Usa (+8%) che per le importazioni (+6%).

Prospettive di sviluppo, grazie ai continui flussi di investimento in nuove tecnologie ed alla capacità dell’industria ceramica italiana di intercettare la crescita laddove questa si manifesta, arriveranno il prossimo anno dal Nafta (+5,5%), dai Paesi del Golfo (+6,6%), dal Nord Africa (+4,4%) e dall’America Latina (+3,6%). Più limitata la crescita nel Far East (+2,9%) ed in Europa Occidentale (+0,4%), mentre sono attese stabilizzarsi ad un livello inferiore a quello attuale (-2,1%) le vendite in Italia.
In questo contesto, il settore ceramico italiano punterà con ancora maggiore determinazione sulle esportazioni, che potranno crescere solo grazie ad una maggiore competitività del Paese Italia basata su minori costi dell’energia, più basse sulle società e sugli immobili, sulla riduzione nel cuneo fiscale che grava sul costo del lavoro.

Cersaie, come deciso dal Consiglio Direttivo di Confindustria Ceramica nella sua ultima seduta, ha deciso di anticipare la data di apertura a lunedì 23 settembre e, convalidando la durata di cinque giorni, di chiudere venerdì 27 settembre. Una innovazione che intende dare una maggiore possibilità di presenza nei cinque giorni lavorativi al trade internazionale.

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