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Il legno approda a Bruxelles. Presso l’edificio Altiero Spinelli, nel Parlamento Europeo, dal 3 al 7 dicembre verrà infatti ospitata un’esibizione (“Tackle Climate Change- Use wood: The Woodworking Industries and the multiple lives of wood and wood products”) organizzata da Gaston Franco, euro-deputato e presidente del Club du Bois, con la collaborazione della European Confederation of Woodworking Industries (CEI‐Bois), della European Organisation of the Sawmill Industry (EOS) e della European Panel Federation (EPF). Le opere di una lunga serie di artisti di fama internazionale saranno poste in un grande “giardino in legno” in cui verrà valorizzato dal punto di vista artistico il ruolo di un materiale che offre molte possibilità anche per quanto riguarda la lotta al cambiamento climatico. Nel corso della settimana avranno luogo una serie di conferenze e dibattiti di taglio scientifico e politico. In particolare verrà presentata una relazione sulla produzione del legno e sull’abbattimento di anidride carbonica in Europa, a cura del professor Udo Mantau dell’Università di Amburgo. Alcuni dei suoi principali progetti riguardano le capacità regionali del settore del legno in Germania e in Europa: ha sviluppato lo schema del “wood resource balance”, che oggi è comunemente utilizzato per dare un’indicazione globale del potenziale e del consumo delle risorse legnose. Presentando i risultati del suo ultimo studio, il 5 dicembre Mantau illustrerà quanto legno cresce nelle foreste dell’Unione europea e quanto di questo legno viene prelevato per essere utilizzato, sia come combustibile sia come materiale per la produzione di energia. A partire da questi dati seguirà la definizione dei principi che garantiscono un uso sostenibile e al tempo stesso efficiente del legname. Inoltre verrà chiarito l’effetto positivo della produzione del legno per quanto riguarda lo stoccaggio del carbone: «Nel 2010 il volume di tutti i prodotti dell’industria della cellulosa e del legno presenti nella Ue27 era di 354,5 milioni di metri cubi. Il 32% del totale (o l’equivalente di 104 milioni di tonnellate CO2) è stato stoccato per il lungo periodo. Il 47% del materiale è stato invece recuperato. Di tutti i prodotti che la filiera legno ha inviato agli utilizzatori finali, il 79,8% sono stati immagazzinati o recuperati». Lo studio verrà introdotto da Serge De Gheldere, Climate Ambassador di Al Gore, secondo cui governi e i cittadini dovrebbero «Aumentare l’uso della materia prima, per ridurre le emissioni di CO2. E in questo senso il legno che proviene da foreste gestite in maniera oculata e sostenibile gioca un ruolo determinante. Quando utilizziamo il legno per costruire edifici, mobili e materiale di isolamento, stiamo facendo un grande passo verso il nostro futuro ideale». Ci sono due modi per ridurre l’anidride carbonica presente nell’atmosfera: riducendo le emissioni o rimuovendo la CO2 con lo stoccaggio, ovvero riducendo le fonti di carbonio e incrementando i “pozzi di assorbimento”. Il legno è l’unico materiale che consente di fare entrambe le cose. La presentazione verrà seguita da una tavola rotonda organizzata e moderata da Gaston Franco: «La mia speranza è che questa mostra aiuterà molti a capire che l’utilizzo dei prodotti in legno ci consentirà di raggiungere i nostri obiettivi politici principali, vale a dire creare un mondo migliore, più sicuro e più gradevole». «Mediante questa iniziativa faremo notare i pericoli che la nostra industria sta correndo, sia dal punto di vista economico sia ambientale», spiega Ladislaus Döry, presidente della European Panel Federation. «In questo senso abbiamo un ruolo preponderante da giocare, e vogliamo farlo fino in fondo. Sono vent’anni che si discute del riscaldamento dell’atmosfera e del cambiamento climatico. Tra le varie strategie da adottare per andare in questa direzione c’è quella di puntare sulle fonti di energia rinnovabili. Per la Ue, quindi, sarà la biomassa a giocare un ruolo fondamentale. È una soluzione valida, ma dal nostro punto di vista non è la migliore. Il legno è un materiale straordinario, che offre svariate opportunità grazie alla sua capacità di assorbire CO2. Per questo il nostro slogan è “plant a second forest”. Il modo più semplice per combattere il riscaldamento globale è fare un uso più estensivo del legno, anche e soprattutto per quanto riguarda il settore dell’edilizia, facendo conoscere al grande pubblico le caratteristiche di questa eccezionale materia prima. Per questo già sei anni fa abbiamo fatto un’esposizione presso il Parlamento europeo e quest’anno abbiamo deciso di riproporla. Il Parlamento Europeo non è ovviamente l’unica sede in cui veicoleremo questo messaggio, ma è un luogo altamente simbolico in cui contiamo di intercettare le sensibilità di chi ha il potere di decidere il futuro dell’Europa». Paolo Fantoni, presidente di Assopannelli di FederlegnoArredo, spiega così i motivi dell’iniziativa: «Per l’industria europea si tratta di una grande opportunità strettamente legata al riconoscimento del legno quale materiale ideale per lo stoccaggio della CO2. La Commissione europea ha già legiferato una proposta di legge, al vaglio del Parlamento europeo, dove al legno vengono riconosciuti i vantaggi dei “crediti all’industria positivi”. Uno strumento importante, non tanto per l’aspetto economico ma perché tale operazione permetterebbe di riposizionare il legno tra i consumatori che lo percepirebbero come materiale “verde” rispetto agli altri materiali. Da segnalare inoltre una proposta di legge (che dovrebbe essere votata entro la fine dell’anno) che punta all’identificazione con logiche diverse del legno da costruzione, di quello per la realizzazione di pannelli e della carta perché, e qui sta il punto, la loro vita media è differenziata e il contributo allo stoccaggio della Co2 non può che essere legato alla durata del prodotto stesso». Affrontare i cambiamenti climatici con il legno 2 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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