Decreto Crescita all’esame del Consiglio dei Ministri

Per quanto concerne l’edilizia, ci sarebbero ben 4 nuove norme, sollecitate dall’ANCE.
Ripristino dell’Iva sulle cessioni e sulle locazioni delle nuove costruzioni, effettuate oltre cinque anni dall’ultimazione dei lavori.
L’art. 10 della bozza del decreto prevede il ripristino dell’Iva per cessioni e locazioni di nuove costruzioni. La misura punta a rendere disponibili risorse economiche che attualmente le imprese di costruzione non utilizzano a causa della vigente normativa che prevede che le cessioni di immobili destinati ad uso abitativo effettuate da dette imprese costruttrici, oltre i cinque anni dalla costruzione, sono esenti dall’imposizione di IVA. Inoltre sono esenti anche la maggior parte delle locazioni di abitazioni effettuate da parte dei medesimi soggetti; tali fattispecie rendono, pertanto, l’IVA non neutrale nei confronti degli imprenditori edili. La relazione al provvedimento indica che sulla base di studi effettuati dall’Ance, ipotizzando che la quota di unita’ abitative che il costruttore non riesce a vendere dopo i cinque anni sia pari al 6% delle abitazioni ultimate ogni anno, risulterebbero circa 4.200 gli alloggi per i quali le imprese, secondo la normativa IVA vigente, devono restituire parte dell’imposta precedentemente detratta. Considerando quindi il dato di 4.200 alloggi sui quali la proposta normativa incide, favorendo la loro cessione da parte delle imprese costruttrici per un valore medio dell’immobile pari a 200.000 euro, si puo’ stimare che la disposizione possa liberare risorse per circa 840 milioni di euro l’anno.
Per quanto riguarda il bonus ristrutturazioni, l’esecutivo punta ad alzare dal 36 al 50% l’aliquota detraibile, aumentando anche da 48mila a 90mila euro l’importo massimo su cui calcolare il bonus. Il tetto dei risparmi possibili su ogni abitazione passa così da 17.280 a 48 mila euro. Per documentare le spese da scaricare sarà obbligatorio esibire le fatture dei pagamenti effettuati tramite bonifici bancari.
Al fine di garantire la copertura dell’intervento – tuttavia – i proprietari degli immobili non potranno godere immediatamente delle detrazioni, che saranno spalmate su dieci quote annuali di uguale importo. Solo chi ha almeno 75 e 80 anni avrà diritto a ripartizioni su periodi inferiori, rispettivamente di 5 e 3 anni.
Quanto al bonus sugli interventi di riqualificazione energetica, l’aliquota del 55% non dovrebbe essere ritoccata (anche se non è ancora escluso che venga abbassata al 50%), ma diventerà strutturale. Anche in questo caso lo sconto sarà suddiviso in 10 anni e spetterà solamente ai proprietari dell’immobile. Oltre alle fatture bisognerà però esibire anche il rapporto dei tecnici sui risultati che sarà possibile ottenere con i lavori.

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