Osservatorio Congiunturale 2011

La sfiducia e le sempre maggiori difficoltà di accesso al credito hanno intaccato l’economia reale e le già basse attese di crescita economica nel prossimo anno sono ormai compromesse. Secondo le previsioni dell’Ocse il Pil italiano si ridurrà nel 2012 dello 0,5% dopo la modesta crescita stimata per l’anno in corso (0,7%).
In questo contesto le valutazioni congiunturali rilasciate delle imprese associate risultano, a distanza di sei mesi, caratterizzate da un più diffuso e netto pessimismo circa le prospettive settoriali.
Secondo l’indagine congiunturale condotta in ottobre dall’Ance presso le imprese associate il 63,4% delle aziende valuta bassa la consistenza del proprio portafoglio ordini contro il 31,9% che ne riscontra la normalità e il residuo 4,7% che la ritiene elevata.
Rispetto a sei mesi prima il peggioramento è rilevante: nel mese di maggio il portafoglio ordini risultava basso per il 42,7% delle imprese, normale per il 55,4% ed elevato per l’1,9%.
La crisi, in atto nel settore delle costruzioni dal 2008, non è ancora finita.
Continua a coinvolgere sia il comparto pubblico che quello privato con la sola eccezione della manutenzione delle abitazioni che tiene i livelli di mercato degli anni precedenti.
Secondo l’Ance il 2011 si chiuderà con una riduzione degli investimenti in costruzioni del 5,4% ed una ulteriore diminuzione del 3,8% è prevista per il 2012.
In cinque anni, dal 2008 al 2012, il settore delle costruzioni avrà perso il 24,1% in termini di investimenti che torneranno sui livelli della metà degli anni ‘90. Risultati molto negativi segnano la produzione di nuove abitazioni che nel quinquennio avrà perso il 40,4%; in forte calo è anche l’edilizia non residenziale privata con una diminuzione del 23,3%. Per i lavori pubblici, la riduzione degli investimenti, nello stesso periodo si attesta al 37,2% ma se si tiene conto dell’andamento negativo già in atto dal 2005 il calo produttivo raggiunge il 44,5%.
Solo il comparto della riqualificazione degli immobili residenziali mostra segnali positivi e si colloca su un livello di investimenti che supera del 6,3% quello del 2007.

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