Fillea. Edilizia terra di conquista delle economie illegali e criminali

Solo così potrà avere la misura dell’urgenza di un intervento sistemico sul settore, perché in questi anni l’edilizia è diventata terra di conquista delle economie illegali e criminali” è l’appello che lancia il segretario generale della Fillea Cgil Walter Schiavella al nuovo governo, che ha appena ricevuto la fiducia anche dalla Camere.
Fino ad oggi “abbiamo fatto i conti con ricette fallimentari, sintetizzabili in uno slogan: zero investimenti e deregolazione selvaggia” prosegue Schiavella “ed il risultato è sotto gli occhi di tutti: 300mila posti di lavoro in meno, 400mila lavoratori in nero, crescita esponenziale di fenomeni di caporalato, restrizione del mercato pubblico del 36%, concorrenza al ribasso, riduzione dei controlli, aumento esponenziale di varie forme di elusione ed irregolarità a partire da falso lavoro autonomo, invasione del mercato e del sistema degli appalti da parte di economie illegali e criminali” prosegue Schiavella “ il tutto mentre il deficit infrastrutturale pesa come un macigno sullo sviluppo, le città esplodono e degradano e il paese frana o è sott’acqua.”
“Abbiamo bisogno di discontinuità, sia sul piano del metodo che del merito” chiede Schiavella “occorrono risorse, regole e una azione strutturale e straordinaria contro illegalità e irregolarità. Occorre restituire allo stato quell’autorevolezza sul piano delle regole e dei controlli che il governo precedente ha smantellato” a partire da alcuni interventi a costo zero come “l’inserimento del Durc per congruità, l’abolizione delle gare al massimo ribasso, la legge sulla qualificazione dell’impresa.”
Per gli edili Cgil occorre “una azione forte e concreta a sostegno dello sviluppo che sappia mettere al centro la qualità del lavoro, dell’impresa e la sostenibilità” un vero e proprio piano industriale che potrebbe contare su enormi risorse “penso alla patrimoniale, ma anche alla tassazione della rendita immobiliare e alla lotta all’evasione, che stimiamo essere solo nel settore dell’edilizia superiore ai 25 miliardi, tra evasione Iva ed elusione contributiva.”
Un piano industriale che punti a dare priorità alla riduzione del gap infrastrutturale con la realizzazione dei “corridoi europei, concentrando risorse e ottimizzando fondi Unione europei” e che liberi risorse attraverso “l’allentamento selettivo del patto di stabilità per interventi di messa in sicurezza del territorio, a partire dalle aree colpite dalle calamita naturali e dalle aree a maggiore rischio idrogeologico e sismico. Credo che Messina e Reggio Calabria sarebbero più contente di questo che non di opere inutili come il Ponte sullo Stretto.”
Ed infine il sostegno alla “riconversione ecologica ed energetica dell’edilizia e delle abitazioni, mettendo definitivamente fine alla stagione dei condoni, dell’abbassamento dei poteri autorizzativi e dei falsi piani casa, che non creano un posto di lavoro in più ma devastano il territorio.”

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