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“Si conferma il trend di timida ripresa del settore trainato dalle opere pubbliche, alle quali sono state destinate più risorse. Il partenariato pubblico privato, in particolare, ha visto il suo valore triplicarsi: la sua incidenza sul totale delle opere pubbliche nel primo semestre 2011 ha superato il 17%, contro il 10% dello stesso periodo del 2010” ha dichiarato il presidente di Ance Lazio, Stefano Petrucci, in occasione della presentazione del quinto numero di EDI.CO.LA. (Edilizia e Costruzioni nel Lazio), la newsletter promossa dall’Associazione in collaborazione con il Cresme. “Si tratta però di miglioramenti che non sono in grado di segnare una inversione di tendenza. A dimostrarlo sono i dati sull’occupazione delle Casse edili, che per tutto il semestre sono rimasti negativi” ha aggiunto Petrucci. Tra ottobre 2010 e marzo 2011 il numero degli occupati è infatti sceso dell’8% e le ore lavorate sono diminuite del 4,2%. Di pari passo sono aumentate le ore di cassa integrazione, sia ordinaria che straordinaria. In più, bisogna considerare i dati sulla nuova produzione, che confermano il momento di difficoltà che il settore sta attraversando: sul fronte della nuova edilizia residenziale, dopo una lieve ripresa di investimenti nel 2010, le previsioni per il 2011 sono nuovamente negative. Per il presidente di Ance Lazio “è arrivato il momento di intervenire. L’immobilità non aiuterà il comparto ad uscire dalla crisi, che si aggrava ogni giorno. Basta osservare i dati relativi al credito per rendersi conto delle dimensioni del fenomeno: l’ultima analisi del Cresme parla di flussi di erogazioni negativi e di una diminuzione degli investimenti in opere infrastrutturali che sfiora il 30%. Una contrazione di questa portata, in una regione nella quale il peso delle opere pubbliche è rilevante, fa pensare che il mercato, se non è fermo, versa certamente in condizioni di grave difficoltà”. Drastica riduzione dei finanziamenti destinati alle opere pubbliche, contrazione delle erogazioni e raddoppio dell’indice mensile di sofferenza delle imprese, che arriva a sfiorare il 10%. È questo il quadro che emerge dal Focus su Credito e mercato finanziario nel Lazio. Degli oltre 20 miliardi e mezzo di euro, oltre 10 miliardi e mezzo sono finalizzati ad investimenti nel settore abitativo (51,1%) e 7 miliardi e mezzo ad investimenti in fabbricati non residenziali (36,1%). I flussi destinati ad investimenti in edilizia residenziale sono stati in Italia circa 23 miliardi e 600 milioni di cui 3 miliardi e 349 milioni (-5,3% rispetto al 2009) hanno riguardato il Lazio, collocandolo dietro la Lombardia (oltre 6 miliardi). Il Lazio rappresenta il 14,2% del totale delle erogazioni destinate agli investimenti nel residenziale. Per quanto riguarda le erogazioni per le opere infrastrutturali, il valore nazionale è pari a poco meno di un miliardo e 700 milioni e la quota del Lazio è di 229 milioni (con una riduzione del 28,7% rispetto al 2009), pari al 13,5% del totale. Da segnalare l’aumento della percentuale delle sofferenze delle imprese rispetto ai prestiti attivi esistenti presso il sistema bancario, passata dal già elevato 5% del gennaio 2010 al 9,9% dell’aprile 2011. Per il Presidente di Ance Lazio in questo contesto sono necessarie politiche che sostengano il mercato “anche se va certamente riconosciuto alla Regione il merito di essersi fatta carico delle difficoltà delle imprese con l’iniziativa Pagamento alle imprese, con cui la Regione certifica i loro crediti e attraverso il protocollo di intesa, al quale hanno già aderito più di 150 imprese, si sono resi più celeri i pagamenti da parte della Pubblica amministrazione. Inoltre, particolarmente importante e stato l’aver sbloccato i finanziamenti per l’edilizia agevolata. È necessario però andare oltre e promuovere delle azioni che consentano di intervenire per modificare il Patto di stabilità, in modo da liberare le risorse disponibili presso i Comuni virtuosi ”. “Nei prossimi obiettivi della Regione c’è l’estensione ai Comuni del protocollo sul Pagamento alle Imprese, purché chiedano finanziamenti per opere importanti – ha spiegato Stefano Cetica, Assessore al Bilancio della Regione -. Per l’edilizia sanitaria “sono stati definiti tempi di pagamento certi per le imprese che rinuncino al 3-4% del dovuto. Inoltre, per i comuni al di sopra dei 25.000 abitanti (29 in tutto), sono disponibili 80 milioni di euro del POR FESR (Programma Operativo Regionale – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) da impegnare entro il 2013 e da spendere entro il 2015 per interventi rilevanti di riqualificazione urbana”. “Alle banche – aggiunge Petrucci “chiediamo di credere nelle costruzioni come settore che può contribuire al rilancio dell’economia nazionale, tornando ad investire in quelle imprese che si sono dimostrate affidabili. Un’accurata selezione, in particolare nella logica del project financing, consentirebbe di rispondere alla domanda di servizi e infrastrutture della popolazione”. In questo scenario diventa fondamentale “individuare, per la concessione dei prestiti, delle soluzioni che si basino non solo su criteri di valutazione quantitativi ma anche e soprattutto su aspetti qualitativi, e cioè sulla capacità dei progetti di trasformarsi in lavori in grado di produrre nuova ricchezza”. “Il contributo dato dall’Ance con questo studio ha un grande valore – ha dichiarato Antonio Muto, Presidente della Commissione ABI Lazio -. Ci offre infatti un quadro di una situazione del settore tutto sommato positiva in termini di sostenibilità ma soprattutto, in un periodo come questo, si muove nella direzione giusta: quella di colmare un gap di conoscenza mettendo a fattor comune, dunque anche a disposizione del sistema bancario, tutte le informazioni necessarie perché si rafforzi la fiducia. Solo così potremo capire tutti insieme in che direzione orientare gli sforzi per sostenere il settore delle costruzioni che nel Lazio svolge un ruolo fondamentale” Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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