Costruire il futuro. Con il laterizio si può

Il nuovo Presidente, architetto, classe ’53, imprenditore abruzzese, si è insediato nell’organizzazione confindustriale con l’intento di attuare una strategia che vede coinvolti nell’operatività rappresentanti di settore, esperti e autorevoli, ciascuno con una specifica delega: Vincenzo Briziarelli ai “Rapporti Sindacali”, Mario Cunial all’“Ambiente&Energia”, Roberto Danesi ai “Processi produttivi”, Fabrizio Fantini alla “Distribuzione&Mercato”, Michele Marconi alla “Comunicazione e aggregazioni”, Daniele Castellari alla “Ricerca&Normativa”, Fernando Cuogo alla “Amministrazione&Finanza”.
L’Assemblea ha confermato con rigorosa puntualità una situazione di crisi che perdura ormai oltre ogni lecita previsione, mettendo a dura prova un settore costituito da un tessuto di “piccole medie imprese” (PMI) dislocato su tutto il territorio, con una produzione di oltre 15 milioni di tonnellate di laterizi destinata ad un mercato nazionale prevalentemente di edilizia residenziale.
Le sfide del “costruire sostenibile” sono state affrontate e dibattute nel corso dell’appuntamento capitolino, durante il quale relatori di eccellenza hanno argomentato su come il laterizio sia in grado di dare risposte affidabili e soddisfacenti alle esigenze di risparmio energetico, continuando a svolgere un ruolo da protagonista nel mondo delle costruzioni, metabolizzando cambiamenti e operando scelte coraggiose.
Il dibattito è stato aperto da un intervento dell’On. Stefano Saglia (Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico) il quale, senza mezzi termini, ha dichiarato che “sostenere il settore dell’ecoedilizia può contribuire alla diminuzione della nostra dipendenza energetica e a un miglioramento dell’ambiente in cui viviamo”. Il settore, infatti, deve permettere un risparmio energetico e la tutela dell’ambiente. “Il laterizio, in particolare, adotta soluzioni massive per il contenimento dei consumi, pertanto, va sostenuto e incoraggiato anche alla luce degli obiettivi della certificazione energetica che permette ai consumatori di conoscere il consumo effettivo in termini energetici dell’immobile”. Tecnologie costruttive, tecniche di progettazione e di gestione, affiancate a materiali naturali dal ciclo di vita lungo ed efficiente, come il laterizio, possono contribuire sinergicamente a realizzare il processo del “costruire sostenibile” di cui tanto spesso si sente parlare, ma che difficilmente viene messo in pratica.
La presenza di testimonianze europee di rilievo (Thomas Fehlhaber, Consorzio UNIPOR Germania; Heimo Scheuch, Presidente TBE – Federazione europea dei produttori di laterizi) hanno ribadito come negli altri Paesi il rilancio dell’economia sia supportato dall’industria delle costruzioni ormai decisamente orientata alla riqualificazione dell’esistente e all’impiego di materiali e sistemi a basso impatto ambientale, prestazionalmente attualizzati, appunto come il laterizio.
L’Italia fa parte di quei Paesi mediterranei in cui è ormai noto che il fabbisogno per il raffrescamento estivo può essere molto superiore a quello necessario per il riscaldamento invernale. Questo comporta la necessità di fare ricorso all’energia elettrica per la climatizzazione degli ambienti. Un involucro edilizio massivo (in laterizio), caratterizzato da una buona inerzia termica, consente di assicurare una permanente sensazione di benessere termico, soprattutto nel periodo estivo, limitando il ricorso ad energivori impianti di condizionamento, con un risparmio che può arrivare anche al 30% rispetto ad una soluzione “leggera” (con isolanti termici), a parità di trasmittanza termica, ubicazione geografica e condizioni d’uso.
Costanzo Di Perna (Docente presso l’Università Politecnica delle Marche, Ancona) ha confermato come le odierne sfide del sistema delle costruzioni siano sempre più orientate all’energia e alla sostenibilità, individuando i punti di forza indiscussi del materiale laterizio, convalidato da una vasta pluralità di ricerche che dimostrano la conformità delle specifiche soluzioni costruttive rispetto alle disposizioni del D.Lgs. 192/05 e del D.Lgs. 311/06, in merito al rendimento energetico in edilizia, protezione dai disturbi acustici, stabilità strutturale, resistenza all’incendio ed assenza di emissioni nocive.
Una vivace tavola rotonda ha infine posto a confronto alcuni rappresentanti della complessa filiera del mondo delle costruzioni, ognuno dei quali ha espresso i propri convincimenti in termini di opportunità e prestazioni del “costruire in laterizio”:
– Roberto Moneta (Dirigente presso il Ministero dello Sviluppo Economico) e Paolo Tartarini (Università di Modena) sulle ricadute originate dalla nuova direttiva sul risparmio energetico, operativa dal 2020. La riscrittura della normativa sull’efficienza energetica in edilizia non potrà non tenere conto del ruolo dell’involucro che dovrà minimizzare l’apporto impiantistico considerato energivoro e aprire all’impiego delle fonti rinnovabili;
– Marco Corradi (Presidente del Cecodhas Housing Europe) sulla necessità di considerare nel costo globale anche gli oneri delle manutenzioni e dell’affidabilità nel tempo dei materiali: un determinato sistema edilizio (parete, copertura, rivestimento esterno, solaio, ecc.), a parità di consumo energetico ed ambientale legato alla sua realizzazione (produzione di materiali, trasporto e montaggio in cantiere), sarà tanto più “sostenibile” quanto più consistente sarà la sua durata. La capacità di durare è essenziale, perché più è ampia la vita utile di un edificio maggiormente “diluiti” saranno gli impatti a monte e a valle della fase d’uso; ancor più se, al contempo, minori saranno gli oneri di manutenzione. Il laterizio assolve bene a questa funzione di durare nel tempo, di mantenere pressoché inalterate le proprie prestazioni, senza particolari interventi manutentivi, di impattare poco e comunque meno di altri materiali da costruzione. Senza dimenticare, tra l’altro, le condizioni interne di comfort termo-igrometrico ed acustico che è in grado di assicurare;
– Paolo Luccioni (progettista) sull’impegno dell’Architettura italiana di riappropriarsi di tecnologie e forme tipiche della mediterraneità, cogliendone le inesauribili potenzialità innovative;
– Adriano Paolella (Direttore del WWF Italia) sulla condivisione di particolari finalità con l’industria dei laterizi poiché la scelta dei materiali non può non tenere conto delle ricadute ambientali legate al loro impiego. I prodotti selezionati devono cioè essere facilmente reperibili in ambito locale (il trasporto impatta molto sull’ambiente), in sintonia con le costruzioni esistenti, sicuri, collaudati e perfettamente conosciuti dalle maestranze, riciclabili al termine della vita utile della costruzione in cui sono stati utilizzati.

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