Primo Rapporto sullo stato dei rischi e sulle opportunità offerte dal territorio

Il 13 Ottobre il Consiglio nazionale dei Geologi presenta il I Rapporto sullo stato del territorio italiano realizzato dal suo Centro Studi in collaborazione con il Cresme, offrendo per la prima volta una sintesi dei rischi che oggi esistono nel nostro Paese per persone e cose evidenziando gli effetti sociali ed economici della sua gestione.
Il Rapporto è diviso in 10 capitoli, corrispondenti ad altrettanti temi:
• lo sviluppo degli insediamenti e il consumo del suolo;
• territorio e dinamiche demografiche
• rischi idrogeologici (frane e alluvioni);
• rischi sismici;
• rischi di inquinamento da rifiuti (discariche);
• la popolazione di fronte agli attuali rischi
• lo stato della pianificazione urbanistica e territoriale;
• le potenzialità dell’energia geotermica;
• la spesa pubblica e i costi del mancato controllo del rischio;
• quali politiche per il territorio, ovvero per una gestione ordinaria del rischio.

Tra i risultati originali presentati dal Rapporto si segnalano in particolare:
• l’aggiornamento della mappa dei rischi idrogeologici per il territorio, le popolazioni e il sistema produttivo e sociale del Paese, attraverso
• l’individuazione delle aree e stima il numero dei comuni ad elevato rischio
• la quantificazione della porzione di territorio a rischio a livello regionale
• la stima della popolazione e il numero delle famiglie ad elevato rischio
• la stima del numero delle scuole a rischio a livello regionale
• la stima del patrimonio edilizio residenziale e produttivo a rischio a livello regionale
• la costruzione della classifica regionale del rischio idrogeologico
• la quantificazione del numero di fenomeni franosi nell’ultimo decennio confrontandolo con il decennio precedente
• la quantificazione del fenomeno delle alluvioni fino al 2009.

Sempre per quanto riguarda l’assetto idrogeologico e della difesa del suolo il Centro Studi del CNG ricostruisce il valore della spesa dal 1998 al 2008 (58 miliardi) rapportandolo alla dimensione regionale e al numero degli abitanti (spesa pro capite), pesandone l’impegno finanziario rispetto al bilancio pubblico nel suo complesso e a quello allargato.
La spesa viene analizzata sotto il duplice aspetto della spesa corrente e degli investimenti. La ricostruzione segmenta inoltre la spesa per tipologia di ente pubblico (stato, Regioni, Province, Comuni, Società pubbliche, ecc.)
Egualmente viene fatto il punto sui finanziamenti e sulle risorse previste e stanziate per le specifiche leggi in materia di ambiente dal 1998.

Il Rapporto aggiorna altresì la mappa dei rischi sismici per il territorio, le popolazioni e il sistema produttivo e sociale del Paese.
In particolare:
• individua le aree e stima il numero dei comuni ad elevato rischio
• quantifica la porzione di territorio a rischio a livello regionale
• stima la popolazione e il numero delle famiglie ad elevato rischio
• stima il numero di scuole e di ospedali a rischio a livello regionale
• stima il patrimonio edilizio residenziale e produttivo a rischio a livello regionale
• identifica la classifica regionale del rischio idrogeologico
• analizza gli eventi sismici più significativi dell’ultimo decennio.

Un aspetto interessante dello studio riguarda l’analisi degli appalti pubblici banditi e aggiudicati dal 2002 ad oggi in materia di assetto del territorio, eventi sismici e connessi a fenomeni di inquinamento ricostruendo la mappa del chi spende e come spende.

Il Rapporto altresì ricostruisce l’evoluzione del consumo del suolo evidenziando dove e quanto si è costruito in aree a rischio, si quantifica il patrimonio edilizio obsoleto o costruito in assenza di norme antisismiche sia residenziale che non residenziale.
Inoltre viene aggiornata la mappa dell’abusivismo a livello regionale.

Il Rapporto è anche l’occasione per evidenziare le potenzialità del geotermico nell’ambito dell’evoluzione dei sistemi di produzione energetica rinnovabile.
La ricostruzione della storia del geotermico nel nostro Paese, il confronto a livello internazionale e la stima delle potenzialità offrono lo spunto al CNG per avanzare precise proposte al Governo.

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