La formazione del sistema bilaterale delle costruzioni. Rapporto FORMEDIL 2010

In trent’anni di storia, il Formedil e il sistema paritetico di cui fa parte, insieme alla rete di scuole edili sul territorio nazionale, hanno costruito un percorso che, benché spesso accidentato, ha portato a risultati importanti.

Dall’analisi pluriennale raccolta nel Rapporto 2010, emergono la grande ricchezza e le potenzialità di un sistema radicato sul territorio, che è in grado di svolgere al meglio il suo lavoro di sostegno alle imprese e di sviluppo professionale, ma anche educativo e culturale.
Gli ultimi anni, complessivamente, hanno registrato una crescita del numero dei corsi e degli allievi formati e, in particolare, un’evoluzione delle modalità di svolgimento della formazione e, quindi, della durata e della struttura stessa dei corsi.
Nel 2009 il sistema delle 97 scuole edili ha gestito 10.633 corsi contro i 6.546 del 2008 con una crescita “produttiva” del 62,4%.
La distribuzione territoriale vede un 31,6% nel Nord Ovest, un 28,5% nel Nord Est e intorno a un 20% ciascuno Centro e Sud.
Rispetto al biennio precedente vi è stata una decisa crescita in tutti i territori, in modo particolare nel Centro Sud. Complessivamente sono state realizzate 413.759 ore di formazione con una crescita rispetto al 2008 del 7,4%.

E’ interessante notare come, da un punto di vista strettamente contenutistico, l’anno formativo 2009 si sia caratterizzato per un deciso mutamento di priorità, che ha riportato al centro dell’attività delle scuole la formazione professionale, riequilibrando il peso della formazione per la sicurezza.
L’anno scorso, infatti, l’incidenza della formazione per la sicurezza è stata pari al 45,3%, ovvero 4.815 corsi su 10.633 totali. I corsi per la formazione professionale sono stati 5.818, di cui 5.214 diretti al personale operaio e 308 al personale tecnico. Nei due anni precedenti l’incidenza della sicurezza sul totale dell’attività formativa era stata rispettivamente del 62,7% nel 2007 (3.185 corsi su 5.079) e del 67,9% nel 2008 (4.448 su 6.546).
La formazione per la sicurezza resta una componente fondamentale dell’azione formativa del sistema Formedil, ma sembra aprirsi una nuova stagione, soprattutto per effetto dell’avvio del progetto di innovazione contrattuale basato sulle 16 ore.
I corsi 16 ore hanno determinato, infatti, un plurimo effetto. Oltre a spostare risorse e priorità dalla sicurezza alla formazione professionale, hanno contribuito anche ad accrescere l’attività ordinaria facendo aumentare in modo rilevante il numero dei corsi e degli allievi formati. La crescita esponenziale registrata nel 2009 appare dovuta, in gran parte, a questa innovazione contrattuale.
Nell’ambito della formazione professionale, quindi, si può dire che un ruolo determinante è stato svolto proprio dai corsi per le 16 ore che, con 3.308 iniziative, rappresenta il 36% del totale dell’attività svolta dalle scuole per gli operai, compresi quindi anche quelli per la sicurezza, e rappresenta il 63,4% dell’attività specifica di formazione professionale svolta nell’anno. I corsi di formazione continua per lavoratori occupati sono stati 696 (13,3%), 648 hanno riguardato l’apprendistato (6,7%), 166 la riqualificazione dei disoccupati (3,2%).
Dal punto di vista dell’attività formativa, con l’avvio della sperimentazione delle 16 ore, è cresciuta notevolmente l’offerta di formazione professionale destinata agli operai, con l’effetto che, il numero degli allievi operai in questo ambito, è aumentato in un anno da 17.509 a 40.712, con una crescita del 132,5%. Tenuto conto che l’attività delle scuole edili si espleta sostanzialmente in due macro categorie formative – la formazione professionale e la sicurezza – nel 2009 la quota della prima sul numero totale degli allievi operai è stata del 40,5% contro il 20,6% del 2008 e il 23,9% del 2007.

A parte la novità delle 16 ore con 19.172 allievi di primo ingresso, nell’ultimo anno vi è stato un ritorno dell’orientamento (1.672 allievi contro i 521 del 2008), un trend crescente della formazione continua per gli occupati e un aumento degli allievi disoccupati, ma, soprattutto, un balzo in avanti della partecipazione di apprendisti, passati in un anno da 4.865 a 7.656. In crescita, in valori assoluti, anche la partecipazione dei tecnici ai corsi di formazione professionale anche se si conferma, per questa categoria di utenza, la centralità della formazione per la sicurezza.
Un altro elemento che caratterizza il 2009 è anche l’aumento significativo dell’attività a favore dei disoccupati a sostegno di una maggiore crescita professionale, finalizzata a favorire un rientro nel mondo del lavoro. Gli effetti della crisi si riflettono, ovviamente, anche sull’attività delle scuole. Un fenomeno che ha caratterizzato soprattutto il Sud dove si concentra circa il 30% del totale dei quasi 6.000 allievi disoccupati formati nel sistema. Un 26,4% del totale dei disoccupati si è registrato nelle scuole del Centro e un 28,7% nel Nord Ovest. Più modesta la quota del Nord Est, intorno al 15%.
E’interessante rilevare come, nel Centro Sud, già nel 2008, si fosse registrata una crescita della presenza di lavoratori disoccupati e, quindi, una maggiore attività di riqualificazione a loro rivolta da parte delle scuole. Una domanda che è andata crescendo ulteriormente nel 2009. Nel Centro Sud, nel 2007, si concentrava meno del 40% dell’utenza disoccupata, due anni dopo la percentuale è diventata il 56%. Al Nord la domanda di formazione per i disoccupati aveva subito un calo nel 2008 dopo che, nel 2007, soprattutto nel Nord Ovest, si era registrato un numero significativo di questa tipologia di allievi. Nell’ultimo anno vi è stato un ritorno della domanda, più che raddoppiata sia nel Nord Ovest che nel Nord Est.
Dal punto di vista dell’attività formativa, con l’avvio della sperimentazione delle 16 ore, è cresciuta notevolmente l’offerta di formazione professionale destinata agli operai, con l’effetto che, il numero degli allievi operai in questo ambito, è aumentato in un anno da 17.509 a 40.712, con una crescita del 132,5%. Tenuto conto che l’attività delle scuole edili si espleta sostanzialmente in due macro categorie formative – la formazione professionale e la sicurezza – nel 2009, la quota della prima sul numero totale degli allievi operai, è stata del 40,5% contro il 20,6% del 2008 e il 23,9% del 2007.
Tenendo conto della particolare caratterizzazione del settore edile come settore multietnico, un altro dato da prendere in considerazione è la presenza degli stranieri all’interno del circuito formativo.
Nel 2009 gli allievi stranieri sono stati 28.440, pari al 22.5%. Di questi, il 37,7% hanno frequentato le scuole del Nord Ovest, il 34,5% il Nord Est, il 23,7% il Centro e soltanto il 4,1% il Sud. Un Sud che, comunque, ha visto aumentare la quota degli stranieri in un anno di quasi 900 allievi, con una crescita di oltre il 300%. Nelle scuole del Centro il numero è quasi raddoppiato, mentre più contenuta risulta essere la crescita al Nord, dove, la presenza straniera, risulta da anni molto rilevante.
Relativamente alla formazione professionale, gli allievi stranieri che hanno frequentato questa tipologia di corsi sono stati 14.959, di cui 14.734 operai e 225 tecnici. Limitandoci ai primi, pari al 98,5%. del totale, la stragrande maggioranza ha frequentato le 16 ore. Si tratta di 8.621 operai, pari al 43,2% del totale degli allievi stranieri. L’apprendistato professionalizzante ha visto una partecipazione di 2.792 allievi stranieri e la formazione di aggiornamento e riqualificazione di 2.433.

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