Chiusa la competizione internazionale del Liceo Farnesina di Roma

Il concorso internazionale di progettazione, per dare un volto nuovo al Liceo Scientifico Farnesina di Roma, bandito dalla Provincia di Roma d’intesa con l’Ordine degli Architetti di Roma e provincia, si è concluso.
Il primo premio è andato al gruppo di progettazione guidato dell’architetto Giuseppe Iodice, secondo classificato il progetto dello studio ‘Aka’, terzo il gruppo guidato dall’architetto Giuseppe Rebecchini.
Architetti a confronto per pensare un edificio scolastico rinnovato e integrato nel territorio circostante. Proprio la continuita’ tra vecchia e nuova struttura, ricca di spazi collettivi interni ed esterni per offrire nuove opportunita’ di aggregazione a tutta la collettivita’ e’ stata l’idea di fondo del secondo lavoro premiato.

“L’intenzione era quella di tenere la struttura del vecchio liceo, sottodimensionato, facendo pero’ un’estensione magari anche maggiore rispetto alla dimensione del liceo esistente – ha spiegato all’ADNKRONOS Federica Caccavale – L’idea principale del nostro progetto e’ stata quella di ‘continuare’ l’edificio gia’ esistente, considerandolo l’inizio di un serpente che proseguisse poi con il nuovo edificio come risposta all’esistente”.
“L’idea, apprezzata dalla giuria – sottolinea – era quella di non rinnegare l’edificio esistente ma di ‘agganciarci’ ad esso”.
Tra i punti qualificanti del progetto che si e’ classificato secondo, prosegue l’architetto, la priorita’ ai luoghi di aggregazione. “Abbiamo voluto dare molta importanza agli spazi collettivi interni ed esterni – aggiunge Caccavale – prevedendo ad esempio un auditorium in una posizione molto visibile e accessibile, cuore di tutto l’intervento, una piazza e una gradinata all’aperto dove si puo’ sostare”.
“Una struttura dalla forma fluida e moderna, in cui l’edificio e’ sollevato tutto di un piano facendo in modo che si possa passare al di sotto”, continua. “Le scuole – osserva – non dovrebbero essere spazi chiusi rispetto al resto della citta’ ma spazi che funzionano a tutte le ore. E rifare una scuola puo’ essere l’occasione per dare spazi alla collettivita’”.
Il concorso, secondo Caccavale, ha rappresentato “un’occasione di confronto tra gli architetti. E’ stata data importanza all’architettura. Spesso si pensa in termini di cubatura e impatto invece e’ importante guardare anche alla qualita’ architettonica”.

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