Cambiare il mondo attraverso gli oggetti

Al Cersaie “aperitivo” con il designer di fama mondiale Karim Rashid.
Karim Rashid nasce al Cairo nel 1960. Un “creativo globale” che in quasi trent’anni di attività ha creato ben 2mila oggetti, esposti nei musei e nelle gallerie di tutto il mondo.
Non si contano poi le collaborazioni con le aziende, da Alessi a Georg Jensen, da Estée Lauder a Cappellini, quindi Umbra, Prada Miyake, Method, Gorm, Kenzo, Magis, Giorgio Armani.
Un protagonista assoluto del design mondiale a disposizione dei visitatori del Cersaie di Bologna – il salone internazionale della ceramica per l’architettura e l’arredobagno – durante un esclusivo “aperitivo” organizzato ieri pomeriggio, alla “Galleria dell’Architettura”.
Un evento per conoscere meglio il percorso professionale di un designer che, fin dagli esordi – cresciuto in Canada, Rashid ha conseguito la laurea in Design industriale nel 1982 – si è distinto per una poetica eclettica e brillante allo stesso tempo, per uno stile concreto ma anche particolarmente eccentrico, dando sostanza alla sua principale ambizione: cambiare il mondo. 
A parlare per Rashid, traducendo in pratica questo obiettivo, sono i suoi oggetti, che hanno permesso al designer anglo-egiziano di conquistarsi un ruolo da leader in diversi campi, dal design di prodotto all’interior design, dalla moda all’arredamento, dall’illuminazione all’arte.Essenziale, nel percorso professionale di Rashid, proprio l’Italia, e in particolare l’incontro con Ettore Sottsass, scomparso nel 2007, a sua volta una figura eclettica e poliedrica che, in sessant’anni di carriera, ha segnato profondamente il design e l’architettura italiana e internazionale.“
Il bagno moderno – ha detto Rashid – sarà sempre di più uno spazio dalle forme morbide, accoglienti, calde. In fondo si tratta della stanza nella quale noi abbiamo la maggiore intimità.
Per questo credo che i colori, le forme morbide possano sostenere questa nuova concezione che riporta in voga il design e la moda degli anni ’60 e ’70. In questo credo che la ceramica, che è un materiale straordinario, possa giocare un ruolo fondamentale, anche grazie alle innovazione che ora rendono possibili realizzazioni impensabili anni fa”.
Un nuovo impulso nel percorso professionale di Rashid – ora titolare di uno studio di design nella Grande Mela – che ha portato il designer a misurarsi sempre di più con la progettazione architettonica vera e propria: spiccano, tra le varie creazioni, il ristorante Morimoto di Filadelfia e l’hotel Semiramis di Atene, di cui Rashid ha curato ogni dettaglio della progettazione degli interni, tanto da aggiudicarsi il prestigioso European Hotel Design Award.
Solo uno, tuttavia, degli oltre 300 riconoscimenti ritirati da Rashid in ben 35 Paesi del Mondo. Filo conduttore delle sue creazioni è la forte valenza estetica e sensoriale sempre coniugata alla funzionalità, all’accessibilità.
Autore di numerose collezioni permanenti dislocate in 20 Paesi del mondo – comprese alcune prestigiose mostre disegnate per Audi e Deutsche Bank, ma spicca in particolare la “personale” esposta al MoMA di New York – Rashid rappresenta uno dei migliori interpreti, a livello globale, del “metodo democratico” nella progettazione di oggetti di design al servizio dell’architettura e non solo. 
Una poetica che Rashid, da diversi anni, espone con lezioni, convegni e seminari in alcuni tra i più prestigiosi atenei e scuole di architettura del mondo, dall’Ontario College al Corcoran College for Art & Design. Numerose poi le pubblicazioni, dalla monografia “KarimSpace” (Rizzoli, 2009) a “Design Your Self” (Harper Collins) dato alle stampe nel 2006.
Rashid è stato anche un pioniere della computer grafica, come dimostrano, tra gli altri, le monografie “Evoluzione” (Universe, 2004) e lo stesso volume-manifesto, che riassume dal titolo il senso dell’intero percorso professionale del designer: “I want to change the world”, voglio cambiare il mondo, uscito per Rizzoli nel 2001.  

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