Credito nel settore delle costruzioni

Il flusso di nuovi mutui erogati per investimenti in edilizia abitativa è calato del 15% rispetto al 2008 mentre quelli per investimenti nel comparto non residenziale sono diminuiti del 18,3%.
Anche i mutui erogati alle famiglie per l’acquisto dell`abitazione, nonostante una timida ripresa nell’ultimo trimestre 2009, sono calati del 10%.
Il 40% delle aziende, infatti, dichiara di aver avuto problemi di accesso al credito nel trimestre gennaio-marzo 2010.
Una delle giustificazioni che sono state addotte dalle banche per motivare il vero e proprio razionamento del credito a cui sono state sottoposte le imprese del settore, è la maggiore rischiosità delle imprese edili.
L’Ance, a tale proposito, ha compiuto un’analisi sulla serie storica 1998-2009 degli impieghi e delle sofferenze in tre settori economici: industria, servizi ed edilizia per capire se effettivamente le costruzioni presentano una rischiosità maggiore rispetto agli altri comparti.

Da questo confronto è emerso che il settore delle costruzioni è stato l`unico dei tre che ha saputo conciliare una forte crescita degli impieghi con una sensibile diminuzione delle sofferenze, negli 11 anni considerati.

Ma le banche continuano ad ignorarlo: i tassi applicati alle costruzioni sono i più alti.
A fronte di questo calo sensibile delle sofferenze, infatti, i tassi d’interesse applicati alle imprese del settore delle costruzioni si sono mantenuti a livelli significativamente superiori a quelli degli altri settori, industria in primis.

Ed il differenziale continua a crescere.
L’Ance ha fatto una simulazione, prendendo come riferimento i tassi medi nazionali applicati ai tre settori presi in considerazione calcolati da Banca d’Italia.
Si è ipotizzato di sottoscrivere un prestito di 2 milioni di euro e si sono calcolati i costi per il finanziamento di un investimento nell’edilizia, nell’industria e nei servizi.
Considerando il medio-lungo termine (oltre i 5 anni), un investimento in edilizia, con scadenza 7 anni, costa 90.000 euro in più di uno stesso finanziamento nell’industria e 26.000 euro in più rispetto ai servizi.
Permane anche il differenziale tra il costo dei mutui erogati a tasso fisso alle famiglie per l’acquisto di abitazioni tra l’Italia e l’Europa.

Nonostante la rischiosità delle famiglie italiane sia rimasta molto bassa dall’inizio della crisi ad oggi, le famiglie italiane pagano i mutui a tasso fisso più salati d’Europa.

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