La classificazione a media sismicità della zona de L’Aquila e dintorni fu errata

''La classificazione a media sismicita' della zona de L'Aquila e dintorni fu errata''. Lo scrivono oggi sul quotidiano ecologista Terra Franco Ortolani, direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell'Universita' di Napoli Federico II, ed Angelo Spizuoco, del Centro Studi Strutture Geologia Geotecnica di S. Vitaliano (Na).

''Subito dopo il sisma del 6 aprile 2009 che devasto' L'Aquila e dintorni – scrivono gli esperti – effettuammo ricerche multidisciplinari sul campo al fine di verificare le reali cause dei notevoli danni che avevano distrutto molti edifici. Prima di tutto riscontrammo che L'Aquila era classificata come area a media sismicita' e non come elevata sismicita' (cioe' la massima sismicita' prevista dalla legge italiana). Gli edifici costruiti dopo l'introduzione di tale classificazione sismica, pertanto, erano strutturati per sopportare sollecitazioni sismiche inferiori a quelle a cui realmente sono state sottoposte dalla scossa principale''.

La necessita' di classificare la zona ad alta sismicita', spiegano Ortolani e Spizuoco su Terra, ''era dimostrata dal fatto che in varie pubblicazioni di ricercatori dell'Ingv, delle Universita' di Chieti-Pescara, di Roma e di Camerino veniva sottolineata l'intensa e seria attivita' sismica che aveva interessato le zone epicentrali dell'area aquilana nei secoli scorsi, evidenziata anche da effetti geologici di superficie. La logica conseguenza sarebbe stata quella di classificare L'Aquila in zona di elevata (massima sismicita') prevista dalla legge italiana''.

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