Ance: riforme subito o per l’edilizia il 2010 sarà l’anno più nero

“Il 2010 per l’edilizia, a causa dell’esaurimento del portafoglio ordini delle imprese, del Patto di stabilità che blocca i pagamenti e della stretta creditizia, corre il rischio di essere l’anno più nero, con danni irreparabili sulla tenuta non solo economica ma sociale del Paese”.

Con queste parole il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, ha aperto la conferenza stampa di presentazione dell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni.

I dati parlano chiaro: siamo tornati ai livelli degli anni `90, con un calo degli investimenti in costruzioni del 17% in 3 anni.. Solo nel 2009 il calo è stato del 7,7% rispetto al 2008.

Ancora tanti i nodi da sciogliere per il settore: primo tra tutti, secondo Buzzetti, il problema del Patto di stabilità interno degli enti locali, appesantito gravemente dall’ultima manovra economica, che non solo non permette di spendere per nuove infrastrutture, ma ritarda enormemente i pagamenti alle imprese per lavori già eseguiti, scaricando su di esse le inefficienze della pubblica amministrazione.

Ma qualcosa si può fare secondo l’Ance, che è al lavoro anche con il Governo per approvare riforme importanti per il settore. Gli obiettivi sono: semplificare le procedure, aumentare i controlli, qualificare le imprese, in una parola rendere piu` efficiente tutto il sistema.

Per il 2010 le previsioni Ance indicano un’ulteriore caduta degli investimenti in costruzioni, pari a -7,1% (-4,1% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2009 secondo l’Istat).
Nel corso dei primi tre mesi del 2010 alcuni indicatori sembrano mostrare un allentamento della fase recessiva. In particolare nel mercato immobiliare abitativo, che in questo periodo, dopo tre anni in negativo, vede un’interruzione della caduta delle compravendite.
Questo segnale, tuttavia, non ha avuto ancora ricadute sulla produzione di nuove abitazioni, che nel 2010 registrerà ancora un -12,4%.
Aspettative di una modesta crescita sono, invece, previste per la riqualificazione del patrimonio abitativo (+1%) che, sostenuta dai provvedimenti di agevolazione fiscale, sarà l’unico comparto di attività in crescita nel 2010.
Se il residenziale farà registrare qualche piccolo spiraglio, il non residenziale destinato alle attività economiche nel 2010 confermerà il trend negativo (-14,4%).

Tra le cause della crisi di liquidità che le imprese di costruzioni si trovano ad affrontare c’è la restrizione dell’accesso al credito.
Quasi il 40% delle imprese associate denuncia di aver avuto difficoltà nell’ottenere finanziamenti nel trimestre gennaio-marzo 2010.

I tagli della manovra
La manovra di stabilizzazione finanziaria varata dal Governo a fine maggio 2010 porterà ad una contrazione delle risorse dello Stato nella realizzazione di opere pubbliche, già ridotte del 7,8% dalla Finanziaria 2010.
A livello nazionale, il carattere indiscriminato dei tagli determinerà un ulteriore indebolimento della capacità di infrastrutturazione del territorio italiano. A livello locale, invece, desta forte preoccupazione la vigorosa riduzione dei trasferimenti a Regioni (10 miliardi di euro in 2 anni), Province e Comuni nonché il peggioramento delle condizioni del Patto di stabilità interno, che determinerà nel 2010 una riduzione di 1,3 miliardi di euro della capacità di investimento degli enti locali rispetto al 2009.
Oltre alla diminuzione di stanziamenti per nuove infrastrutture preoccupa la lentezza con la quale vengono spese le risorse disponibili.
E’ fondamentale accelerare l’effettivo avvio del Piano delle infrastrutture prioritarie, finanziato con le risorse pubbliche rese disponibili dal Governo più di un anno fa e approvato dal Cipe il 26 giugno 2009, per un importo di circa 11,3 miliardi di euro.

Per scaricare la versione integrale dell’Osservatorio congiunturale Ance sull’industria delle costruzioni clicca qui

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