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In Italia 100 ettari al giorno scompaiono sotto il peso del cemento, una superficie di territorio equivalente a 50 piazze del Duomo di Milano. E’ questo il prodotto della trasformazione del suolo che negli ultimi decenni ha assunto una dinamica accelerata e non commisurata ai reali bisogni insediativi. Una stima approssimativa, data la mancanza di studi sistematici ma che già oggi nel nostro Paese mette a rischio la qualità del paesaggio e i terreni, agricoli, alla base delle produzioni alimentari ‘Made in Italy’. Per far fronte a questa vera e propria emergenza, Legambiente e INU, l’Istituto Nazionale di Urbanistica, hanno deciso di unire le forze e fondare un Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo (CRCS), un centro di competenza, elaborazione e divulgazione che, in continuità con l’esperienza maturata in seno all’Osservatorio Nazionale sui Consumi di Suolo, persegue l’obiettivo di ridurre il consumo di suolo e agire in sua tutela con attività di analisi e monitoraggio. Alla base del Centro di Ricerca di Consumi di suolo c’è infatti la volontà di promuovere la tutela della risorsa suolo disponendo di dati certi, indispensabili per un serio monitoraggio degli effetti di scelte politiche e di pianificazione. Un fine che il Centro si propone di perseguire tramite lo studio delle dinamiche determinanti per il consumo di suolo e delle ricadute territoriali del fenomeno, ma anche con l’individuazione di politiche e strumenti adeguati alle diverse scale di governo del territorio. Tra gli obiettivi generali del CRCS anche l’opera di divulgazione dei temi inerenti alla tutela del suolo, a livello nazionale e internazionale, presso istituzioni, comunità scientifica e mezzi di comunicazione. “In Italia – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – non solo siamo privi di un piano nazionale di lotta al consumo di suolo, ma deteniamo ancora un grave ritardo nell’acquisizione di dati aggiornati sul processo di cementificazione e sulle conseguenze ambientali, economiche e sociali che ne derivano. Un fenomeno di mancata consapevolezza che lascia maggiore libertà a chi specula sulla edificazione selvaggia del territorio. E’ per questo che Legambiente e INU hanno deciso di attivare un centro di analisi, ricerca e divulgazione per la riduzione del consumo di suolo connesso a trasformazioni urbanistiche infrastrutturali. Le risorse territoriali sono, infatti, limitate e sostanzialmente non rinnovabili, solo avendone maggiore coscienza sarà possibile fermare chi ne persegue indiscriminatamente l’esaurimento”. “Il contenimento dei consumi di suolo – ha dichiarato Federico Oliva, presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica – deve essere una delle priorità del governo del territorio. La diffusione urbana è fuori controllo, sostenuta dalla possibilità, per le migliaia di Comuni italiani, di impiegare gli oneri di urbanizzazione per le spese correnti. Una diffusione alimentata da un sistema di mobilità ancora fondato sull’autovettura privata, e concentrata nelle aree più accessibili e più fertili del Paese. L’occupazione di suolo libero deprime la qualità sociale, economica e ambientale delle nostre città e dei nostri territori. Per curare questa patologia servono numeri certi e politiche efficaci: questi sono i compiti di analisi e di elaborazione che assegniamo al CRCS, costituito con Legambiente”. Al CRCS promosso da INU e da Legambiente potranno partecipare Istituzioni, Associazioni ed Enti di ricerca e patrocinatori che intendano concorrere al conseguimento degli obiettivi generali e a rafforzarne l’autorevolezza e la capacità operativa. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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