Confindustria Finco per la riqualificazione del Patrimonio immobiliare
Finco (la Federazione che rappresenta le Industrie ed i Sistemi per le Costruzioni e Manutenzioni edili e stradali) avanza sei proposte mirate alla riqualifiazione del Patrimonio immobiliare ed al rilancio del settore.
La prima riguarda la necessità assoluta di prevedere una proroga al 2012- ma possibilmente una stabilizzazione- della misura riguardante il bonus del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici. Essa va nel senso di contribuire alla quanto mai necessaria efficientizzazione del costruito nazionale, in quello di far emergere notevoli porzioni di lavoro nero e evasione anche contributiva INPS ed INAIL, nonché in quello di corroborare una parte vitale della industria nazionale e della connessa occupazione.
La seconda riguarda il trattamento da riservare – in deroga – alla tipologia di maggioranza necessaria per attuare le misure di abbattimento e ricostruzione con premio volumetrico in sede di condominio qualora si voglia agire con particolare riferimento alle misure di efficienza energetica.
Se cioè non si possa trasformare – come nel caso delle autorizzazioni per le autorimesse – da unanime a qualificata la maggioranza necessaria.
Nelle città questa misura sarebbe decisiva ed affronterebbe il vero tema sotto il profilo della riqualificazione energetica, che è quello del patrimonio esistente.
La terza, come da più parti evidenziato e già accolto in alcune Regioni, riguarda la necessità di una estensione generalizzata del Piano anche ai manufatti industriali e commerciali e non solo a quelli residenziali.
La quarta è contenuta nella lettera indirizzata dalla Presidente di Confindustria – Finco Rossella Giavarini al Ministro Tremonti e consiste nell’ampliamento della platea delle categorie merceologiche cui è possibile applicare la detassazione degli utili reinvestiti anche a tutte quelle riguardanti i beni strumentali per l’edilizia non già ricompresi nel codice ATECO 28.
La quinta è la proposta Finco dell’ Eco-prestito.
Essa si inquadra nel percorso volto alla riduzione del 20% delle emissioni climalteranti nonché all’incremento di una analoga percentuale in relazione al risparmio energetico ed all’uso di energia rinnovabile come da Direttiva europea e che è oggetto di dibattito a dicembre nel summit di Copenhagen. La proposta Finco prevede – in sintesi estrema- l’accesso a prestiti agevolati a tasso 0 per 10 anni fino ad un massimo di 30.000 euro per ciascun beneficiario.
Onde accedere a tale “eco prestito” occorrerebbe certificare – attraverso un progettista iscritto all’Ordine – di aver effettuato almeno due interventi che vanno dall’ incremento dell’efficienza energetica delle coperture e delle pavimentazioni a quello dei muri perimetrali e delle finestre, porte esterne e schermature solari, all’installazione di apparecchiature e sistemi per riscaldamento e produzione di energia elettrica ed acqua calda utilizzanti fonti rinnovabili o assimilate.
La misura concorrerebbe all’abbattimento delle emissioni di CO2 del patrimonio costruito e potrebbe essere finanziata fino alla concorrenza di una cifra da individuare dalle Fondazioni Bancarie, e/o dalla Cassa Depositi e Prestiti.
L’Ecoprestito potrebbe essere rimborsato in dieci anni, ma i lavori dovrebbero iniziare entro il 2010 e terminare al massimo entro l’anno successivo.
La sesta infine, ma non certo la meno importante, riguarda i ritardati pagamenti alle imprese. E’ un problema decisivo per l’economia, ma anche dal punto di vista “morale”. Va risolto subito anche ad esempio, attraverso il ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti per crediti vantati dalle imprese e certificati dalla Pubblica Amministrazione.
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