La crisi economica pesa sul settore costruzioni

L’impatto delle tre crisi sul settore delle costruzioni è più rilevante rispetto a tutti gli altri settori economici: -5,9% (crisi ’74-’75), -13% (crisi ’92-’93) e -6,9% fino al secondo trimestre 2009 (crisi attuale).
E’ pesante anche l’impatto sull’indotto: rispetto al 2008, l’anno in corso fa registrare un calo del 17,9% nel settore del cemento, del 24,1% per calce e gesso, del 30,5% per la fabbricazione di mattoni. Alla luce di tutto ciò, l’Ance stima per le costruzioni nel 2009 una riduzione degli investimenti pari a -9,4% rispetto al 2008.

Abitazioni e Piano Casa
Nel 2009, secondo l’Ance, gli investimenti in abitazioni si riducono del 9,5% rispetto al 2008: particolarmente evidente è il calo della nuova edilizia abitativa (-19%), a fronte di una sostanziale tenuta del comparto del recupero (-1%).
La minore produzione di abitazioni è ovviamente collegata all’andamento dei permessi di costruire, scesi da 305.000 nel 2005 a 185.000 nel 2009.
Per il 2010 l’Ance conferma le previsioni negative, con un calo produttivo stimato tra -7,1%, non tenendo conto del contributo che potrà derivare dal “piano casa 2”, e -3,9%.
Quest’ultimo valore include invece gli effetti sul settore del provvedimento, che prevede per gli edifici residenziali ampliamenti fino al 20% della volumetria esistente e la possibilità di abbattere e ricostruire vecchi edifici industriali con premi di cubatura.
Tuttavia, tenendo conto del lasso temporale che intercorre tra il ritiro del permesso di costruire, l’inizio dei lavori e la durata degli stessi, l’Ance ha stimato che l’impatto positivo del Piano Casa sui livelli produttivi possa avvenire solo a partire dalla seconda metà del 2010 e negli anni successivi. Gli investimenti complessivamente attivabili con il provvedimento ammonterebbero a 59 miliardi di euro (41 miliardi nell’edilizia abitativa e 18 in quella destinata alle attività economiche), di cui 4,6 miliardi nel 2010 (2,7 miliardi nel settore residenziale e 1,9% nell’edilizia non residenziale).

Immobiliare
Il 2009 rappresenta il terzo anno consecutivo di calo delle compravendite di abitazioni in Italia.
La flessione delle transazioni (complessivamente 595.000) è stata più accentuata nei comuni minori (-17%) rispetto ai comuni capoluogo di provincia (-12,1%).
Nei grandi centri urbani la frenata risulta più contenuta e città come Milano e Bologna, nel secondo trimestre dell’anno, fanno registrare segnali positivi.
Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi, nel primo semestre 2009 Nomisma stima una riduzione del 3,5% nelle aree metropolitane. Va sottolineato, comunque, che la diminuzione dei prezzi delle abitazioni registrata in Italia è nettamente inferiore rispetto agli altri paesi: solo il Giappone ha registrato una contrazione dei prezzi inferiore a quella italiana.
Nel 2010 i prezzi delle abitazioni potrebbero subire una ulteriore flessione, del 2-3%.

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