Buzzetti, uno scatto di efficienza per il rilancio del Sud

Innanzitutto un paio di numeri: tra fondi strutturali (europei) e Fas (ma qui c’è da tener presente che un po’ troppo spesso dette risorse vengono dirottate da Roma su voci diverse e distanti dalle «aree sottoutilizzate») il Mezzogiorno e il Centronord hanno avuto in dotazione – per il periodo 2007-2013, vale a dire quello della nuova programmazione – ben 112,6 miliardi di euro. Di questi 89,7 sono stati destinati, in particolare, allo sviluppo del Sud.
L’Ance, l’Associazione dei costruttori italiani guidata da Paolo Buzzetti, spiega ancora che 34,7 miliardi (degli 89,7 prima citati) vanno inseriti sotto la voce «infrastrutture». «Dieci miliardi – precisa Buzzetti – sono di competenza nazionale e 25 regionale (14 relativi a programmi locali finanziabili con soldi europei)». Insomma, «risorse ingenti» a disposizione del Mezzogiorno e per le opere pubbliche.
Fatto sta che «tre anni dopo l’avvio del periodo di programmazione 2007-2013 – prosegue il timoniere Ance – siamo ancora a livelli bassissimi di avanzamento dei piani di utilizzo dei fondi. Alcuni programmi (i Fas regionali, tra cui quello campano) non sono stati ancora approvati dal Cipe, alcune opere non sono ancora state approvate, ad altre manca l’atto di finanziamento. I programmi regionali dei fondi strutturali sono ancora al palo».
In sintesi, «si sono accumulati ritardi su ritardi».
Guardando alle percentuali fornite dalla stessa Associazione nazionale dei costruttori ieri a Lecce, al 30 giugno scorso la Campania faceva registrare un tasso di «pagamento dei progetti» finanziati con soldi Ue (sempre quelli 2007-2013) pari all’1,75%: ossia appena 120 milioni e rotti su 6,8 miliardi di euro a disposizione. Va (solo) un po’ meglio se si guarda ai piani effettivamente approvati: qui siamo al 17,8%.
«Per la messa a disposizione delle risorse e l’attuazione dei programmi in tutto il Sud – riattacca Buzzetti – vi sono responsabilità di numerosi istituzioni, di livello nazionale, regionale, locale. Vi è l’assoluta necessità di uno scatto di efficienza dell’intero sistema, di una stretta collaborazione delle istituzioni tra loro e delle istituzioni con le imprese».
Dal leader nazionale Ance a quello campano. Per Nunzio Coraggio «i dati confermano che nella nostra regione c’è ancora un grande problema di spesa e di qualità della spesa. Perchè da una parte si fatica a concretizzare le iniziative immaginate; dall’altra bisogna verificare l’impatto delle politiche impostate. Il tasso medio annuo di crescita della Campania, durante il periodo 2001-2006, coincidente in gran parte con quello del Qcs noto come Agenda 2000, è stato pari a 0,9%. In Romania il dato si attesta sul 6,1; in Irlanda e Bulgaria sul 5,5; in Grecia sul 4,1. Per non parlare di Estonia e Lettonia, dove si supera abbondantemente l’8%. Questo significa crescere».

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia



Categoria notizia

MERCATO

Le ultime notizie sull’argomento