Marmomacc 2009, segnali di ripresa

La 44° edizione della rassegna internazionale dedicata a marmi, pietre, design e tecnologia si è conclusa con più di 53mila visitatori, il 45 per cento dei quali esteri, con un aumento di presenze business del 10 per cento, e oltre 1.500 espositori (il 49 per cento stranieri) da 54 Paesi, su una superficie netta superiore ai 75mila metri quadrati.

Un settore che coinvolge 11 mila aziende, oltre 60 mila addetti per un fatturato complessivo di 3 miliardi di euro, dove il mercato delle macchine ed accessori utilizzati nelle cave per movimentazione, frantumazione, trattamento marmo ed inerti, ha un ruolo di rilievo nella filiera della lavorazione della pietra.
Senza dimenticare l’impiego in edilizia per le possibilità offerte dall’utilizzo del marmo nelle costruzioni.
Ambiti di cui SAMOTER rappresenta il punto di riferimento per eccellenza e il capofila, insieme a Marmomacc, a Legno&Edilizia, Progetto Fuoco e Construction Day, dell’asset Construction & Building Events.

Ed è proprio dall’appuntamento mondiale di riferimento del comparto pietre e tecnologie che arrivano i primi segnali di ripresa, sottolineati da numerosi e partecipati tavoli di discussione e approfondimento promossi da Enti e Associazioni di tutte le categorie coinvolte, dai quali sono emerse le concrete opportunità offerte per il rilancio delle costruzioni.

Cinquemila miliardi di euro: è questo il valore degli investimenti in costruzioni a livello mondiale nel 2008, dato presentato e commentato dal Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio) in apertura del Marmomacc, emerso dai primi risultati di una ricerca sulle dinamiche del mercato delle costruzioni nell’area del Nord Africa.

In uno scenario fortemente recessivo è tutta l’area del Nord Africa e del Medio Oriente a caratterizzarsi per una vivacità particolare; le previsioni per il 2009 sono di una crescita del 2,8%, in controtendenza rispetto a quello previsto a livello mondiale di una contrazione rispetto al 2008 dell’1,8%; l’area è particolarmente dinamica, tanto che dal 2005 è cresciuta del 17,3% contro una media mondiale del 12,5%.

Un Forum di approfondimento, organizzato da Eurasia con il sostegno e la collaborazione di Veronafiere, cui hanno partecipato 340 imprenditori, è stato dedicato poi alle relazioni Italia-Russia in merito alle alte potenzialità offerte ai costruttori e produttori per le prossime Olimpiadi di Sochi del 2014.
L’incontro ha fatto il punto sui progetti che riguardano in particolare la realizzazione del Centro olimpico di Sochi, sul Mar Nero, che ospiterà le Olimpiadi invernali, e ha messo contemporaneamente in evidenza la richiesta russa alle imprese italiane pubbliche e private di prendere parte all’ammodernamento delle grandi infrastrutture, che comprendono porti, aeroporti, autostrade e il settore turistico, cui aggiungere le Universiadi di Kazan del 2013 e i campionati del mondo di calcio del 2018.

Confortante inoltre il dato italiano dove il Piano Casa 2 è una opportunità per uscire dalla crisi, poiché prevede che quasi tutte le regioni italiane adottino nuovi provvedimenti urbanistici per snellire le procedure e favorire la ripresa del mercato immobiliare.

Il tema è stato discusso a Marmomacc, dai vicepresidenti nazionali di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Andrea Marani e Giuliano Campana, assieme al presidente di Ance Veneto Stefano Pelliciari.

Massimo Ghilloni, direttore area legislazione per il mercato privato di Ance, ha tracciato il quadro nazionale dei provvedimenti: «Tutte le Regioni, ad eccezione della Provincia Autonoma di Trento e del Molise, hanno approvato o stanno per approvare una legge per il Piano Casa – ha spiegato Ghilloni – e tutti i provvedimenti intervengono sull’edificato e puntano ad uno snellimento delle procedure.
Circa il 45% delle Regioni consente gli ampliamenti anche su edifici a destinazione non residenziale e l’entità degli ampliamenti è generalmente del 20% con possibili incrementi tra il 5 e il 15% in funzione dei requisiti richiesti.
Stessa percentuale anche per le Regioni che consentono interventi di demolizione e ricostruzione su edifici non residenziali.
E’ infine del 60% la percentuale di Regioni che ha introdotto una riduzione del contributo di costruzione. In generale gli interventi non sono permessi nei centri storici, per edifici vincolati o che insistono in aree inedificabili od a rischio idrogeologico e, naturalmente quelli abusivi.
I Comuni poi possono limitare od escludere l’applicazione degli interventi a specifiche aree o edifici del proprio territorio».

«Il Governo ha riscoperto il ruolo primario del nostro settore – ha commentato Marani- peccato che l’iniziativa non sia accompagnata da un piano finanziario, visto che su questo fronte siamo molto penalizzati, ad esempio dagli studi di settore e dalla disciplina dell’Iva. Se decollerà veramente, il Piano Casa può muovere, in tutta Italia, tra i 40 e i 60 miliardi di euro».

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