Da piastrella a manufatto complesso. La ceramica si trasforma

Il rapporto odierno tra ceramica e architettura,  le sue potenziali prospettive,  indagate sulla base del rapporto tra cultura progettuale e figurativa, ma anche sulla creazione del gusto e delle capacità di risposta  da parte delle tecnologie, sono state al centro dell'incontro odierno introdotto da Alfonso Panzani, Presidente del Gruppo Ceramiche Ricchetti. Orazio Lo Presti, esperto Trend setting di Firenze, ha indagato “Gesti ed azioni “cool” “, partendo  dalla crescente  osmosi tra le  varie forme  espressive. Design, arte e moda hanno creato infatti nuove esigenze di  ricerca estetica e  tecnologica. Per il settore ceramico questo significa una costante evoluzione in grado di fornire risposte qualitative ma anche di processo nelle scelte di  prodotto. Alla base del ragionamento l'importanza delle necessità di  una riscoperta dell'espressività  autentica, estranea a logiche eccessivamente consumistiche. Veronica Dal Buono, Dottore di ricerca Facoltà di Architettura di Ferrara, ha discusso di “Ceramica: materiale d’espressione tra tecnologia, linguaggio e comunicazione”.
L’innovazione  trasforma il materiale ceramico da semplice elemento di rivestimento a manufatto complesso, componente del sistema edilizio, che unisce valori d’uso estetico-funzionali sempre in rinnovamento figurativo, alla ricerca materica spinta nelle sue proprietà tecnologiche ottimizzate ed esplorate a tutto tondo.
Flessibilità combinatoria, riproducibilità e produttività anche sostenibile, nonché il valore materico intrinseco ne fanno oggi un “materiale progettato” e un prodotto tecnologico insieme d’interesse per il mercato quanto per la produzione architettonica. “Dalla materia al materiale” è stato il titolo dell'intervento del progettista Glauco Gresleri. Nonostante la costante innovazione tecnologica e stilistica della piastrella, l’utilizzo da parte degli architetti è rimasto a livello tradizionale nell’impiego “ a finire” come pavimenti e rivestimenti. Come è stato per il cemento che da legante ha assunto una valenza di espressività propria nell’invenzione di nuovi utilizzi e nuove forme, è offerta oggi agli architetti la possibilità di fare esplodere il materiale ceramico verso utilizzi più aperti, come nuovi componenti dell’edilizia e dell’arredo. 
“La ceramica: solo un  rivestimento?”, si è chiesta Chiara Baglione, Architetto e storica dell’architettura. Nelle opere di alcuni protagonisti dell’architettura del Novecento – dai Modernisti catalani ai Secessionisti viennesi, da Perret e Berlage sino ai maestri della modernità italiana quali, tra tutti, Gio Ponti– la ceramica ha conosciuto impieghi molto raffinati e soprattutto mirati, di volta in volta, ad esprimere il rapporto complesso tra decorazione, ornamento e valori della costruzione.
Oggi, a fronte dello sviluppo del settore e al conseguente moltiplicarsi delle possibilità d’utilizzo della ceramica, sembra utile riflettere sulle potenzialità espressive di questo materiale attraverso il confronto di architetture contemporanee ed esempi storici, alla ricerca di una “continuità” che sempre più si rivela requisito necessario per ogni autentica innovazione.  

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