Ingegneria e Impiantistica italiana

Si è tenuta l’11 giugnoi, presso il Teatro Capranica, la prima parte del XXXVI Convegno Nazionale Federprogetti dal titolo “Ingegneria e Impiantistica italiana”.
L’incontro, che proseguirà anche domani, è promosso e organizzato da Federprogetti, la federazione, presieduta da Fabrizio Di Amato, che ha come scopo la valorizzazione della filiera dell’ingegneria e dell’impiantistica industriale, civile e infrastrutturale, rafforzando e diffondendo la rappresentanza di tale settore, a forte vocazione internazionale, verso le Istituzioni e il mondo confindustriale.

Nel corso del convegno si è cercato di delineare il percorso che l’ingegneria e l’impiantistica italiana, e il Paese nel suo insieme, devono seguire per competere a livello globale, con l’obiettivo di rafforzare in Italia la consapevolezza dell’importanza che questo settore può avere nel piano di rilancio della nostra economia e del suo consolidamento nel sistema economico internazionale.

Al dare il via ai lavori questa mattina sono stati Fabrizio Di Amato, Presidente Federprogetti, e Fabrizio Vestroni, Preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma. Il dibattito, dal titolo “Federprogetti e il mercato italiano delle infrastrutture, elemento chiave del rilancio del Paese”, è stato introdotto da Roberto Nava, di Bain&Company, che ha sottolineato come, a fronte dell’ambizioso programma infrastrutturale italiano, sia necessario e urgente rivedere il modello di gestione dei progetti, in un’ottica di efficacia dei tempi di realizzazione, efficienza dei costi e sostenibilità finanziaria. Da qui la centralità delle società di ingegneria, che possono svolgere un ruolo guida nella gestione delle grandi opere, e la necessità di introdurre strumenti operativi innovativi, quali ad esempio nuovi modelli di assegnazione degli appalti e forme di attrazione della finanza privata. Pertanto è fondamentale che si sviluppino nuove formule contrattuali (open book estimate, o stima a libri aperti) in grado di superare le logiche del massimo ribasso del prezzo, tipiche dell’appalto tradizionale, e che consentano di premiare la migliore offerta in termini di tempi, costi, qualità del progetto, gestione del rischio.

Al dibattito, moderato da Bruno Vespa, si è discusso delle criticità nella realizzazione delle infrastrutture in Italia e delle possibili soluzioni, grazie alla partecipazione di: Roberto Castelli, Vice Ministro Infrastrutture e Trasporti; Fabrizio Di Amato, Presidente Federprogetti; Guidalberto Guidi, Presidente Anie; Mauro Moretti, Amministratore Delegato Ferrovie dello Stato; Braccio Oddi Baglioni, Presidente Oice; Pietro Franco Tali, Chief Executive Officer e Vice Presidente Saipem; Cesare Trevisani, Vice Presidente Area Infrastrutture, Logistica e Mobilità Confindustria; Livio Vido, Direttore della Divisione Ingegneria e Innovazione ENEL; Roberto Poli, Presidente Eni.

A proposito delle difficoltà che incontrano i grandi progetti nel nostro Paese, il vice Ministro Roberto Castelli ha dichiarato: “Sta cambiando il clima culturale e l’atteggiamento dell’opinione pubblica, dopo vent’anni di sole risposte negative. Certo in una società complessa come la nostra non possiamo escludere dalle decisioni sulle grandi opere nessun interlocutore, ma occorre superare gli eccessi degli ultimi anni. Grazie alla legge obiettivo, ad esempio, abbiamo introdotto il criterio della decisione a maggioranza, superando la logica dell’unanimità”.

In merito alla proposta del contratto “a libri aperti” avanzata dal Presidente Di Amato, Mauro Moretti ha dichiarato: “La proposta è realistica e possibile, le Ferrovie hanno già al nostro interno una buona società di ingegneria (Italferr, ndr) in grado di dialogare alla pari con le grandi imprese di ingegneria internazionali. Per premiare la qualità, in Italia, si deve iniziare a fare delle selezioni attente che riconoscano il reale valore aggiunto delle competenze, che si traducono in esperienza, affidabilità e competenze delle aziende del settore senza, invece, premiare solo il prezzo più basso, che induce alla deresponsabilizzazione degli attori e condanna i progetti a esplodere in termini di costi e di tempi”.

Il Vicepresidente di Confindustria Cesare Trevisani ha sottolineato: “Occorre seguire delle priorità nella scelta delle opere, anche per canalizzare le risorse disponibili, nonché accelerare la creazione di condizioni ottimali per l’intervento delle risorse private”.

Infine, Livio Vido, direttore divisione ingegneria e innovazione Enel, ha affermato: “Per noi la cultura della sicurezza e delle qualità sono prioritarie. L’eccessivo frazionamento delle fasi e degli attori dei grandi progetti provoca inevitabilmente un abbassamento del livello di attenzione verso questi valori. Oggi il mercato è distorto dalla logica del prezzo più basso, non può funzionare così. Occorre alzare progressivamente il livello di qualità e l’analisi delle referenze, nonché incentivare la gestione di gare fra imprese omogenee. Il prezzo viene dopo”

Ha concluso i lavori il Presidente dell’ENI Roberto Poli, evidenziando come, oltre alla validità degli strumenti proposti da Federprogetti, occorra oggi trovare strumenti che consentano di canalizzare il risparmio privato verso il finanziamento di opere pubbliche infrastrutturali, tra cui la possibilità di emettere obbligazioni anche a lunga scadenza, con la garanzia dello Stato, da collocare sul mercato; ovviamente in armonia con le regole della comunità europea.”

La Federprogetti presieduta da Fabrizio Di Amato, è formata da ANIE (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche), ANIMA (Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia ed Affine), ANIMP (Associazione Nazionale di Impiantistica Industriale), ASSISTAL (Associazione Nazionale Costruttori di Impianti), OICE (Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica) e UAMI (Associazione Aziende di Costruzione e Montaggio di Impianti Industriali). Federprogetti rappresenta: 400.000 addetti (tra ingegneri e tecnici specializzati); oltre 4.000 società, (tra cui grandi contractor, società di ingegneria, fornitori di componenti e tecnologia, società di costruzione e montaggio; enti di ricerca attivi nel settore; una produzione di circa 150 miliardi di euro, di cui quasi il 55% realizzati all’estero sotto forma di export diretto e di grandi progetti engineering & contracting. Dallo scorso settembre è la prima federazione “di scopo” di Confindustria in Italia.

Ingegneria e Impiantistica italiana
11 giugno 2009

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