Ance: dopo 9 anni è crisi settore. Calano le nuove case

Una contrazione che coinvolge anche il settore residenziale: la costruzione di nuove case subirà una flessione del 2,5% quest’anno e del 3% il prossimo.
A pesare, avverte l’Ance, sono i tassi di interesse sui mutui, troppo alti rispetto alla media europea.
Per questo, il presidente, Paolo Buzzetti, ha chiesto al sistema bancario di intervenire al più presto per una riduzione: “dopo gli interventi pubblici di aiuto alle banche – ha detto Buzzetti – è necessario un abbassamento del costo del denaro”.
Anche perchè l’Italia ha bisogno di nuove abitazioni: da noi non c’è né ci sarà alcuna bolla immobiliare.
In generale, spiega l’associazione, si tratta di un dato peggiore rispetto a quanto previsto nel precedente Osservatorio dello scorso maggio, dovuto alla revisione dei piani aziendali su cui sta pesando il clima di incertezza che domina l’economia e le preoccupazioni sulle ripercussioni della crisi dei mercati.
Un calo che non riguarda solo l’edilizia residenziale, dove, tra l’altro, si registra un lieve incremento degli investimenti in recupero abitativo, ma anche il settore delle opere publiche: l’Ance evidenzia una contrazione degli investimenti pari al 3,7% nel 2008 e al 4,7% nel 2009.
Ma il settore, avverte Buzzetti, “ha una forte capacità anticiclica”.
Per questo servono misure “mirate a non fermarlo” come un adeguato piano casa e risorse per le infrastrutture. Infatti l’Italia ha bisogno di edilizia abitativa e a differenza di altri paesi europei o degli Usa non rischia alcuna bolla immobiliare: le nuove abitazioni costruite tra il 2003 e il 2007 sono state più contenute rispetto ad altri paesi, 78 per 100 nuove famiglie, contro la Spagna, ad esempio, che ne ha costruite 164 a fonte di nuova domanda pari a 100. Attualmente inoltre sono ancora circa 4 milioni e mezzo (il 18,8% del totale) coloro che abitano in affitto.
Quello che invece serve subito è una riduzione dei tassi di interesse sui mutui che superano di circa un punto la media dell’area euro e che le banche “abbandonino immediatamente ogni restrizione sul credito” per ridare slancio agli investimenti privati.

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