Stabile il business della ceramica italiana

L'industria italiana della ceramica avverte i venti di crisi che spirano sul settore, pur confermandosi centrale sui mercati internazionali. E' quanto emerge dalle indagini statistiche relative al 2007, presentati in occasioni dell'Assemblea di Confindustria ceramica.
Per quanto riguarda il segmento delle piastrelle di ceramica si è registrata una diminuzione sia nel numero di metri quadrati prodotti (559,1 milioni di mq, -1,67%) che in quelli venduti (547,2 milioni di mq, -3,38%); per contro, il rialzo dei prezzi medi, sia sul mercato interno che su quello internazionale, sostiene il fatturato che rimane stabile attorno a 5,79 miliardi di euro (+0,75%).

Un'attività concentrata tra Modena e Reggio Emilia
L'attività industriale è concentrata in 300 stabilimenti (divisi tra 206 imprese), localizzati per la maggior parte nelle province di Modena e Reggio Emilia (78,63%), composti in media da 132 addetti alla produzione. Relativamente al portafoglio prodotti, il gres porcellanato smaltato, con i suoi 255,4 milioni di metri quadrati prodotti, si conferma al top, coprendo il 45,7% dell'intera produzione, seguito dal gres porcellanato non smaltato (135,35 milioni di mq.), dalla monocottura (101,44 milioni di mq.) e dalla bicottura (46,83 milioni di mq.).
Interessante il lieve calo dei volumi delle piastrelle prodotte e vendute con il marchio del produttore ceramico e la conseguente crescita della produzione conto terzi, attualmente pari al 15,23% del totale. Relativamente al fatturato, i 5.785 milioni di euro raggiunti sono da dividere tra le vendite sul mercato interno, pari a 1.601 milioni di euro (+1,13%), e l'esportazione, che con i suoi 4.184 milioni di euro ha fatto registrare un +0,61%.

La crescita del prezzo medio
Per quel che riguarda i mercati di destinazione esteri, dei quasi 380 milioni di mq. di piastrelle italiane, il 55,89% sono stati esportati in Europa (con una forte flessione in Germania e un marcato incremento in Grecia e Russia), mentre il restante 44,11% verso continenti più distanti.
La crescita del +4,28% del prezzo medio, secondo Confindustria, è stata necessaria sia come risposta ai crescenti costi, in primo luogo energetici e commerciali (+5,16% nel 2007), che per far fronte ad un miglioramento nel mix dell'offerta. Altro dato interessante è quello riguardante la produzione di piastrelle in fabbriche estere riconducibili a gruppi ceramici italiani; al 31 dicembre 2007 la produzione italiana di matrice estera era pari a 116,4 milioni di metri quadrati (+1,41%), con una leggera prevalenza della monocottura sul gres porcellanato smaltato e su quello non smaltato. Il 77,29% di questa produzione si concentra in vari paesi europei mentre la restante parte negli Stati Uniti.

Flessione per la ceramica sanitaria
Altro settore preso in esame è quello della ceramica sanitaria, la cui produzione in Italia è concentrata principalmente nel distretto di Civita Castellana (VT), con i suoi 48 stabilimenti distribuiti nella provincia viterbese; lo scorso anno sono stati prodotti 9.260.000 pezzi (-6%), la metà dei quali da aziende civitoniche.
I materiali prodotti sono stati suddivisi nei tre principali impasti: Vitreous China e Fine Fire Clay, per il 79% del totale, e Fire Clay per il rimanente 21%. Le quantità vendute nel corso del 2007 registrano una diminuzione del 3,6%, con un aumento del 2% dell'export soprattutto nell'Unione Europea (principalmente in Spagna, Gran Bretagna, Francia e Germania), dove confluiscono i due terzi di tutte le esportazioni.
Relativamente al fatturato, l'industria italiana della ceramica sanitaria ha raggiunto i 650 milioni di euro, di cui 362 milioni per le vendite sul mercato nazionale e i restanti per quelle sul mercato estero. Per la prima volta sono stati presentati anche i dati statistici relativi alla stoviglieria e alla ceramica ornamentale.
Da questi dati si evince che alla fine del 2007 in Italia le imprese attive produttrici di porcellana da tavola erano 11, con un numero di circa 1.400 addetti alla produzione e un fatturato raggiunto di 70 milioni di euro.  

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