Villa del Balbianello, ritorno agli antichi splendori

Lenno si affaccia sul lago su un’insenatura così suggestiva da essere stata battezzata Seno di Venere dal cardinale Angelo Maria Durini. Fu proprio il porporato a far edificare nel XVIII secolo, sul promontorio del Lavedo che chiude il golfo, la famosa Villa del Balbianello.
L’accesso più suggestivo e comodo alla villa avviene via lago e ciò permette di ammirare il particolare giardino a terrazze, realizzato sul promontorio roccioso. La morfologia del terreno ne ha condizionato la struttura, non all’italiana e non all’inglese come quelli dell’epoca: il risultato è davvero unico. Villa Balbianello, fu ricavata da un preesistente convento francescano a cui venne aggiunta la celebre loggia con vista sui due golfi, di “Venere” e di “Diana”.
Il giardino è caratterizzato da terrazze e balaustre e la sua struttura segue fedelmente l’andamento del terreno: in alcuni punti è scosceso con ripide rocce che creano vari piani di dislivello sui quali si alternano prati siepi, cipressi e querce. Alla morte del Cardinale, nel 1796, Giuseppe Arconati Visconti comprò la villa facendo miglioramenti al giardino e alla loggia. Al termine della prima guerra mondiale, la villa venne acquistata dal generale statunitense Butler Ames. Egli restaurò tutto il complesso. I suoi eredi la cedettero all’esploratore conte Guido Monzini che collocò nella villa le sue collezioni d’arte e i ricordi dei suoi viaggi e esplorazioni. Infine la villa è passata al Fondo Ambiente Italiano.

Descrizione del degrado
Gli elementi in cemento decorativo delle balaustre presentavano fenomeni di degrado generici e diffusi in forme più o meno gravi su tutte le superfici:
• Una patina biologica e di vegetazione, presente su buona parte delle superfici, era composta da muschio e licheni di varia natura;
• Il distacco e la mancanza di porzioni dei calchi, dei tasselli e delle ricostruzioni cementizie di recente realizzazione, causata dall’inibizione del legante e dall’incompatibilità con il supporto originale;
• La fratturazione in soluzione di continuità in corrispondenza delle stuccature dei giunti e delle ricostruzioni dovuta in parte al cedimento dei blocchi e dei calchi della struttura;
• La disgregazione superficiale dovuta al naturale fenomeno di idratazione ed essiccazione, nonché all’ossidazione e rigonfiamento delle strutture metalliche presenti all’interno dei calchi;
• Le croste di vario spessore nelle zone di deposito e scorrimento delle acque;
• L’erosione e il dilavamento in corrispondenza delle parti decorative d’aggetto e particolarmente esposte.

Materiali Röfix
Röfix NHL5 Calce idraulica naturale
Legante idraulico naturale per intonaci e malte, specifico per il restauro di edifici storici. Calce idraulica naturale in conformità a EN 459-1. Il legante è prodotto partendo da marna calcarea naturale, che viene cotta in modo dolce in speciali forni, quindi spenta con cura e macinata finemente.
Röfix Alghicida
Per il risanamento di facciate colpite da microorganismi come alghe, muffa, funghi, ecc. Solo per uso esterno su qualsiasi tipo di fondo. Si può utilizzare per: decolorare i punti critici e distruggere le sostanze che hanno attaccato facciate o calcestruzzo, disinfettare le facciate aggredite da alghe, macchie e muffe.
Röfix Belit – Malta per restauro
Malta da restauro per il ripristino dei manufatti in pietra artificiale o cemento decorativo. A base di legante idraulico naturale, e aggregati pregiati.
Malta da colare, di riempimento, per sostituzione di pietre in restauri storici
Rofix Belit – Finitura
Malta da restauro per edifici storici e nuovi. Come finitura e malta di riempimento in restauri storici. Per il ripristino parziale di lacune e piccole superfici ma sempre a strato sottile di Roefix Belit Malta per restauro. Finitura per profili decorativi per facciate.

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