Mutui ed elezioni

Obiettivo ambizioso che per realizzarsi prevede i seguenti punti: “un ‘piano casa’ per costruire alloggi per i giovani e per le famiglie che ancora non dispongono di una casa in proprietà, attraverso lo scambio tra proprietà dei terreni e concessioni di edificabilità; un piano di riscatto a favore degli inquilini di alloggi pubblici; la riduzione del costo dei mutui bancari delle famiglie, rendendone conveniente la ristrutturazione da parte delle banche; una graduale e progressiva detassazione degli investimenti in riscaldamento e difesa termica delle abitazioni e per la costruzione nelle città di nuovi posti-auto sotterranei; un fondo pubblico di garanzia per i mutui contratti dai condomini per le opere di manutenzione e ristrutturazione; la stabilizzazione delle norme fiscali sui lavori di ristrutturazione edilizia e infine “Legge Obiettivo” per i quartieri svantaggiati e le periferie delle grandi aree metropolitane “. Il Governo di centro destra dovrebbe essere, quindi, per complessi motivazioni, un po’ meno filo-banca del Governo Prodi.

Il Pd, al punto 6 del suo programma dal titolo “Stato sociale: più eguaglianza e più sostegno alla famiglia, per crescere meglio” propone “più case da affittare”. Non si parla affatto di mutui. Il programma recita: ” La disponibilità di case in affitto in Italia è di gran lunga inferiore a quella di altri Paesi. Tale scarsa disponibilità blocca la mobilità, specie dei giovani e delle giovani coppie. Una svolta può derivare dalle seguenti scelte:
1. investimenti nell’edilizia residenziale pubblica ad affitto sociale, con l’obiettivo di raggiungere quote simili a quelle presenti negli altri Paesi europei;
2. accrescere la presenza di nuovi investitori privati nel settore immobiliare, attraverso l’utilizzo di Società d’Investimento Immobiliare Quotate e la liberalizzazione del mercato: politiche di regolazione del mercato che incentivino i proprietari a porre sul mercato degli affitti le case, anche riducendo progressivamente le proroghe generalizzate degli sfratti;
3. introdurre l’obbligo di destinare nelle convenzioni urbanistiche una quota (es. il 15%).
4. varare anche in Italia interventi di social housing. Non si tratta della tradizionale edilizia residenziale pubblica, destinata a fasce sociali svantaggiate. I fondi immobiliari di tipo etico costruiscono o acquisiscono unità abitative e le mettono sul mercato, senza sussidi pubblici, ad affitti sostenibili. Se i terreni delle nuove costruzioni sono conferiti dai Comuni, i fondi vanno in equilibrio con affitti ancora più bassi. Si possono promuovere fondi a controllo o a partecipazione pubblica; si possono coinvolgere nell’operazione la Cassa Depositi e Prestiti e le Fondazioni di origine bancaria. E si può intrecciare questa attività con la dismissione e riqualificazione di tanto patrimonio immobiliare pubblico, specie degli Enti locali.”

Qual è dunque il programma migliore? Il solo fatto che mutui e casa siano al centro dei programmi dei due schieramenti maggiori è già una buona cosa.
Meno approfondito, ma comunque interessante, il programma dell’UDC di PierFerdinando Casini che mette al primo posto il tema “Casa” con la seguente proposta: “Aumento delle detrazioni fiscali per gli interessi dei mutui prima casa secondo la composizione del nucleo famigliare (numero dei figli, anziani a carico).”

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