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Stime e previsioni per il 2008, elaborate dai diversi istituti e organismi specializzati in analisi del settore, concordano tutti, seppure con sfumature diverse, nell’indicare un rallentamento per l’edilizia. Un comparto che comunque in Italia vale 196 miliardi di euro e che arriva dopo nove anni di incrementi consecutivi. Le previsioni meno incoraggianti arrivano dall’edilizia residenziale: da qui al 2010 in Italia la contrazione per questo settore dovrebbe raggiungere addirittura il 21%. Questo forte rallentamento delle costruzioni di nuove abitazioni emerge da un rapporto elaborato da Standard & Poor’s. E l’Italia, secondo l’agenzia di rating, dovrebbe essere il Paese europeo più colpito. Ma anche guardando il resto d’Europa le prospettive di medio termine “appaiono fosche, a causa prima di tutto della modesta crescita economica e delle ridotte possibilità di acquisto”. Inoltre, rileva S&P, le attuali turbolenze dei mercati finanziari hanno determinato una stretta delle condizioni di credito, che dovrebbero ostacolare ulteriormente la ripresa del settore nel futuro prevedibile. La portata del rallentamento varia molto da Paese a Paese. I mercati colpiti più duramente – spiega il rapporto – saranno quelli che negli anni passati hanno registrato gli incrementi più vigorosi: Spagna, Italia, Danimarca e Irlanda. Sulla media del 2007-2010 S&P stima che in Italia si assisterà a una contrazione del 21% sulle costruzioni di nuove abitazioni, dopo una crescita del 25% messa a segno nel periodo 2003-2006. In Spagna si registrerà un calo del 22% (dopo un +25% del periodo precedente); in Danimarca -26% (dopo un +103%); in Irlanda -22% (dopo un +28%). Dalla finanziaria 2008 nuove risorse per le grandi opere Archiviato un 2007 deludente si aprono per il 2008 nuove speranze. I preconsuntivi dell’anno da poco concluso evidenziano per le grandi opere un calo del 12%, dopo il crollo accusato nel 2006 (-14,5%). Ma uno spiraglio positivo sembra aprirsi sul fronte di questo settore specifico, anche se sul suo futuro incombe la grande incognita della crisi di governo e dei tempi necessari al nuovo esecutivo per rispettare gli impegni presi nella passata legislatura, e deliberare poi nuovi investimenti. L’analisi della manovra di finanza pubblica 2008 per le infrastrutture, definitivamente approvata il 24 dicembre 2007, conferma comunque un aumento degli stanziamenti infrastrutturali del 19,5% in termini reali rispetto allo scorso anno, a cui poi va a sommarsi un ulteriore finanziamento per interventi infrastrutturali quantificato in 3.040 milioni, determinato dalla ripartizione del maggior gettito fiscale incassato dallo Stato nel corso del 2007 (il cosiddetto “tesoretto”). Questo per quanto riguarda le infrastrutture in generale. Perché permane la situazione paradossale del comparto delle opere pubbliche, che con difficoltà riesce ad allocare in tempi rapidi le risorse ai centri di spesa. Solo l’Anas, infatti, con l’approvazione del Contratto di Programma 2007 (avvenuta il 17 dicembre 2007), ha potuto dare l’avvio alla realizzazione di importanti opere stradali: con la Finanziaria 2008, all’Anas risultano confermati i 1.560 milioni di euro previsti per quest’anno, e alle Ferrovie dello Stato sono stati destinati i 1.776 milioni di euro già preannunciati nel 2007. In aggiunta a questi stanziamenti l’articolato della Legge Finanziaria dispone autorizzazioni di spesa e contributi pluriennali pari a 666 milioni di euro. Tra i contributi si evidenzia il finanziamento relativo al Programma delle opere strategiche, che potrà contare nel triennio 2008-2010 su un volume complessivo di investimenti di circa 3 miliardi di euro, in linea con gli stanziamenti autorizzati lo scorso anno. Tra le autorizzazioni di spesa, invece, figurano, tra le altre, le risorse per il piano asili nido e per l’edilizia scolastica e penitenziaria. Prospettive che comunque non soddisfano fino in fondo le imprese di costruzione. L’Ance (l’associazione che raggruppa le imprese di settore), pur apprezzando lo sforzo di ricostituire una provvista finanziaria adeguata, continua infatti a lamentare la delicata e particolare situazione che sta vivendo il comparto delle opere pubbliche, e ribadisce la necessità che tali risorse vengano allocate in tempi rapidi ai centri di spesa, in modo che possano tradursi, nel più breve tempo possibile, in nuove iniziative. Significativo a questo riguardo il caso dell’Anas che, come già detto, si è risolto solo a fine anno con l’approvazione da parte della Corte dei Conti del Contratto di Programma 2007. Una svolta che ha consentito all’Ente di superare l’impasse in cui si è trovata per tutto il 2007 e di ricominciare a pubblicare i bandi di gara, impegnando quindi le risorse stanziate dalla Finanziaria. Una situazione analoga riguarda anche gli investimenti delle Ferrovie dello Stato che, nonostante l’approvazione del Contratto di Programma 2007-2011, non riesce ad avviare la realizzazione degli interventi previsti per problemi relativi all’assegnazione delle risorse da parte del ministero delle Infrastrutture. Affinché le risorse stanziate possano tradursi nel più breve tempo possibile in nuovi cantieri e consentire quindi al settore di uscire dall’immobilismo – dicono all’ Ance – diventa indispensabile accelerare i vari processi intermedi, in modo da trasferire nel più breve tempo possibile le risorse stesse ai centri di spesa. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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