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E’ stato questo l’obiettivo del convegno nazionale sul tema “Sicurezza nei cantieri: un impegno per la vita”, promosso dall’Ance presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma e a cui sono intervenuti, oltre ai vertici dell’Associazione nazionale costruttori e a centinaia di imprenditori delle costruzioni provenienti da tutta Italia, il ministro del Lavoro Cesare Damiano, il segretario generale della Uil Luigi Angeletti, i segretari generali dei sindacati dell’edilizia Franco Martini (Fillea Cgil), Giuseppe Moretti (Feneal Uil) e Giuseppe Virgilio (Filca Cisl), il sociologo del lavoro Domenico De Masi, il presidente Cnel Antonio Marzano, Stefania Prestigiacomo, componente della Commissione Lavoro e previdenza della Camera, Tiziano Treu e Maurizio Sacconi, rispettivamente presidente e rappresentante della Commissione Lavoro del Senato. L’evento è stato aperto dal presidente dell’Ance Paolo Bozzetti, che nel suo intervento non solo ha rilanciato con forza l’enorme impegno che la categoria porta avanti da anni sul fronte della tutela e della sicurezza dei lavoratori, ma ha anche illustrato le nuove azioni e proposte dell’Associazione per ridurre concretamente gli infortuni nei cantieri. Proposte che, se da un lato sono tese a rafforzare l’attenzione, la formazione e l’informazione degli imprenditori delle costruzioni sugli obblighi e le prescrizioni per la sicurezza, dall’altro puntano a sollecitare le istituzioni competenti a incrementare verifiche e controlli in tutti i cantieri. “Siamo assolutamente convinti – ha dichiarato, infatti, Buzzetti – che proprio sulla vigilanza e sui controlli si giochi in misura maggiore la concreta possibilità di ridurre gli infortuni, correggendo e impedendo le infrazioni, quando non addirittura gli illeciti, che sono la prima causa della scarsa sicurezza”. Ma per vincere la battaglia della legalità e della trasparenza non servono, come ha sottolineato il presidente dell’Ance, nuovi interventi normativi. “Le leggi ci sono e vanno applicate – ha detto Buzzetti – mettendo finalmente gli ispettori del ministro del Lavoro nelle condizioni di svolgere concretamente i propri compiti”. Ispettori che, ha evidenziato il presidente dell’Ance, vanno formati adeguatamente e la cui attività di controllo va sostenuta e rafforzata, rendendola più frequente e capillare soprattutto nelle zone che oggi sfuggono completamente alle verifiche. Ma tra i punti cruciali affrontati dal presidente dell’Ance nel suo intervento, e che rappresentano il “cuore” delle proposte del cosiddetto Progetto sicurezza messo a punto dai costruttori, anche la necessità di corsi di formazione base per gli imprenditori sulla gestione della sicurezza nei cantieri; il supporto “tecnico” alle imprese sul fronte dei piani di sicurezza e dei sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro, l’introduzione di meccanismi di premialità per le aziende virtuose. Posizioni, quelle espresse dal presidente dell’Ance, che hanno visto la piena condivisione da parte del segretario della Uil Luigi Angeletti. “Prima di mandare gli ispettori a controllare le aziende sane e che rispettano le regole – ha detto Angeletti tornando sul tema delle ispezioni – bisognerebbe intensificare i controlli nelle situazioni di forte illegalità, in cui gli abusi sono macroscopici”. Il segretario della Uil si è anche espresso sulla necessità di far funzionare le norme che esistono, senza cedere alla tentazione tutta italiana di moltiplicare le leggi. “E` inutile sovraccaricare il sistema di regole, sempre più complicate e onerose, che rischiano poi di venire puntualmente disattese. La macchina pubblica va fatta funzionare più efficacemente – ha detto ancora Angeletti – e questo è l’unico modo per ridurre le violazioni e debellare il sommerso e la criminalità, che purtroppo in alcune aree del Paese rappresentano una piaga fatta sistema”. Significative le dichiarazioni del sindacalista anche sulla riduzione del costo del lavoro. Se il lavoro è la vera ricchezza del Paese, quella su cui possiamo contare per crescere ed essere competitivi – ha dichiarato Angeletti – allora bisogna detassare questa risorsa. La tassa migliore da ridurre oggi, insomma, è proprio quella che grava sul lavoro”. Agli interventi del presidente dell’Ance e del segretario della Uil sono seguite le relazioni “tecniche” degli architetti Alfonso Mercurio e Masino Valle, che hanno fatto il punto, anche sulla base delle rispettive esperienze professionali, sulle soluzioni progettuali più adeguate per evitare il verificarsi degli infortuni. I lavori del convegno sono poi proseguiti con due tavole rotonde. La prima, sul tema “Gli enti bilaterali per la sicurezza”, è stata condotta dal giornalista del Sole 24 Ore Massimo Mascini e ha avuto come protagonisti imprese e sindacati, che si sono confrontati sul ruolo fondamentale, nella lotta all`irregolarità e nella prevenzione degli infortuni, svolto dal sistema degli enti paritetici dell’edilizia, e cioé Casse Edili, Scuole Edili e Cpt. Dal dibattito – a cui hanno preso parte il presidente del Comitato Sicurezza dell’Ance Edoardo Bianchi, il presidente della Commissione sindacale Ance Giorgio Forlani, Franco Martini per Fillea Cgil, Giuseppe Moretti per Feneal Uil e Giuseppe Virgilio per Filca Cisl – è sostanzialmente emerso che nel settore delle costruzioni le parti sociali hanno saputo fare di un’esperienza “antica” come la bilateralità un presidio forte di regolarità, qualità e sicurezza, un vero e proprio “steccato” capace di dividere le imprese serie da quelle improvvisate. Condivisione e appoggio è arrivato inoltre dai sindacalisti rispetto alle proposte dell’Ance, tra le quali in particolare quella relativa alla sottoscrizione di un Protocollo d’intesa mirato a rafforzare e incrementare le attività ispettive già svolte dai Cpt, rendendole obbligatorie prima dell’avvio dei cantieri. La seconda tavola rotonda, che ha visto salire sul palco i politici, ha avuto come tema “Responsabilità, formazione e regolarità, cardini della sicurezza”. Al dibattito, condotto dal direttore del Messaggero Roberto Napoletano, hanno partecipato il coordinatore della Consulta delle Regioni dell’Ance Salvatore Arcovito, il sociologo del lavoro Domenico De Masi, il presidente Cnel Antonio Marzano, Stefania Prestigiacomo (Commissione Lavoro e previdenza della Camera), Tiziano Treu e Maurizio Sacconi (rispettivamente presidente e componente della Commissione Lavoro del Senato). Ampio spazio, nel corso della discussione, è stato dedicato al ddl delega per il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Un provvedimento di cui il senatore Treu ha sottolineato non solo lo sforzo di semplificazione rispetto a una materia così vasta e complessa come la sicurezza sul lavoro, ma anche il tentativo di dare efficacia e coordinamento all’attività dei tanti organi preposti alla vigilanza (Asl, ispettorati del Lavoro). Espresse invece, da Sacconi, diverse perplessità sulla legge, che non porterebbe a una vera riduzione degli adempimenti formali per le imprese e che soprattutto andrebbe rivista sul fronte dell’apparato sanzionatorio, eccessivamente aspro e per questo incapace di rappresentare un vero deterrente contro gli abusi. Sollevata, infine, la questione della quota di disabili addetti all’edilizia: quota che, secondo l’Ance, va scorporata dal conteggio degli operai in cantiere. A chiudere i lavori del convegno è stato l’intervento del ministro del Lavoro Cesare Damiano, che per prima cosa ha puntato il dito contro il problema del lavoro sommerso. “Chi opera fuori dalla legalità – ha detto il ministro – non solo non è attento alla sicurezza dei propri lavoratori, ma fa concorrenza sleale rispetto alle imprese oneste. E questo è il primo, buon motivo per creare un’alleanza forte, tra governo e parti sociali, che sia mirata a ridurre drasticamente questo fenomeno”. E sempre in tema di legalità e trasparenza, Damiano ha affrontato il problema del massimo ribasso negli appalti. Massimo ribasso che, ha affermato il ministro, non deve comprendere il costo della sicurezza né quello del lavoro. Un forte impegno è stato annunciato da Damiano anche sul fronte della formazione dei nuovi ispettori, dell’incremento del loro numero (oggi sono 6.000 a fronte di 4 milioni di cantieri attivi nel Paese) e del rafforzamento della loro attività, che oggi si svolge sul 60% del territorio nazionale. Sul ddl delega, infine, il ministro ha manifestato un’importante apertura: “Anche sul nodo delle sanzioni – ha concluso Damiano – le modifiche sono possibili. Il nostro principale obiettivo è quello di arrivare, in tempi rapidi, a una legge che interpreti concretamente le esigenze delle parti, che sia concepita cioé nel reale interesse tanto delle imprese che dei lavoratori”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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