Infrastrutture: definite le priorità

É questo l’obiettivo di spesa del ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, per le grandi opere, con un elenco di priorità che dovrà scaturire nelle prossime settimane dal confronto con la Conferenza Stato-Regioni, con il resto del Governo e il Parlamento.
Di Pietro ha fatto il primo importante passo, presentando alla Conferenza Stato-Regioni e a Palazzo Chigi un documento del ministero sulle «Priorità infrastrutturali del Paese». Documento che servirà a individuare, ha spiegato il ministro, questo elenco di opere per 50-60 miliardi da fare in cinque anni.
Il documento è comunque solo un primo passo: nelle 129 pagine c’è infatti una dettagliata ricognizione delle infrastrutture definite come prioritarie a seguito dei numerosi incontri tenuti dal ministro con i 21 Governatori da luglio a fine ottobre.
In Lombardia si indicano 34 opere per un costo di 33 miliardi di euro, un numero inferiore alle 54 opere contenute nell’accordo del 2003 tra la Regione e l’allora ministro Pietro Lunardi, ma per un costo superiore, visto che all’epoca era di 32 miliardi. Per il Piemonte si è passati da 21 opere per 22,7 miliardi nel 2003, a 19 opere per 24,4 miliardi oggi. Molte opere hanno avuto un fisiologico aumento dei costi stimati, ma questo documento non può essere ancora l’elenco delle priorità della legislatura.
«E` un po’ il master plan – ha detto Di Pietro – emerso dagli incontri con le Regioni. Ora però dobbiamo ascoltare gli altri. Già domani (oggi per chi legge, ndr) ne discuteremo al Cipe e al Consiglio dei ministri, e poi in Conferenza Stato-Regioni e in Parlamento. Alla fine arriveremo a una guida per l’allocazione delle risorse da decidere via via in sede Cipe».
Intanto il Governo è ancora a caccia di nuove risorse per le infrastrutture. In Finanziaria ci sono già 3,3 miliardi per la legge obiettivo, di cui 1,1 miliardi saranno destinati alla Pedemontana lombarda in base alla norma di iniziativa governativa dei giorni scorsi che confluirà nel maxiemendamento. Poi ci sono 2,6 miliardi per la Salerno-Reggio Calabria; due miliardi per le opere ferroviarie ordinarie e 1,2 miliardi per le opere stradali dell’Anas.
Resta però l’emergenza per l’alta capacità ferroviaria “Dobbiamo risolvere il problema in questa Finanzaria – ha confermato Di Pietro – e stiamo infatti studiando insieme al Tesoro un nuovo meccanismo di indebitamento che ci consenta di trovare in più anni i sei miliardi che servono per completare la Torino-Napoli”.
Di Pietro ha confermato che nel maxiemendamento confluirà la norma proposta dal Governo che consente di costituire società miste paritetiche tra Anas e Regioni per fare da enti concedenti di nuove tratte autostradali. Le Regioni del Nord hanno chiesto in realtà di avere semplicemente dall’Anas i poteri concedenti, ma sono disposte (in particolare la Lombardia che è pronta con Pedemontana, Brebemi e Tem) ad accettare la Spa mista solo se si applicheranno le procedure regionali e se il Cda e l’amministratore delegato saranno controllati dalla Regione stessa.
Novità anche sulla Torino-Lione. Ieri l’Osservatorio tecnico guidato da Mario Virano ha firmato con le tre Università di Torino un accordo che prevede la partecipazione degli atenei ai lavori dell’Osservatorio per la verifica della fattibilità delle quattro opzioni scelte il 9 novembre a Palazzo Chigi.

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