Città italiane in coda all’Europa

Questa la fotografia scattata da Ecosistema Urbano Europa, il rapporto di Legambiente, Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Dexia Crediop, il primo di benchmarking ambientale all’interno dell’Ue che ha preso in esame 26 città della Ue a 25 e le ha messe alla prova con 20 eco-indicatori.
In particolare l’Italia esce a ossa rotte: Napoli è la peggiore per verde urbano, 2mq di parchi e giardini per abitante contro i 181 di Goteborg.
Milano ha spazi pedonalizzati 80 volte più piccoli di quelli di Goteborg. Napoli non ha piste ciclabili, mentre a Helsinki ci sono 193 metri ogni 100 abitanti.
Roma e Milano si salvano solo in un paio di parametri: entrambe hanno buoni valori nel trasporto pubblico, Milano ha una discreta raccolta differenziata (29%), Roma ha investito nel solare.
”Il rapporto, unico del genere a livello mondiale – ha spiegato il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta – ci dice che l’Unione non fa la forza e ci dice anche, purtroppo, che i grandi centri urbani italiani sono la maglia nera della Ue e che quella di Milano e Napoli è anzi nerissima”. Secondo Della Seta non si tratta di dare i voti alle amministrazioni ma di sondare lo stato reale di salute delle città e molto si può fare.
Per il giudizio, il rapporto assegna una percentuale con la quale si indica la frequenza (il numero di volte) in cui sui vari indicatori i centri urbani hanno ottenuto un risultato uguale o superiore alla media delle città europee considerate.
Le tre italiane inserite da Legambiente nello studio compaiono tutte nel gruppo delle otto peggiori (Roma è quintultima col 29%).
Milano e Napoli sono addirittura penultima e ultima (25% e 21%).
Il capoluogo partenopeo offre isole pedonali virtuali, zero piste ciclabili, un trasporto pubblico scadente, una abbondante produzione di rifiuti aggravata dall’assenza di una seria raccolta differenziata (solo il 5%).
Mentre Milano eccelle per lo smog: ha i valori più alti in Europa per le polveri sottili, è seconda solo a Parigi per i livelli di ozono.
Anche Roma esce male dal confronto con le colleghe europee (soprattutto nelle voci smog e rifiuti), ma tiene nei parametri del trasporto pubblico e in quello dell’energia solare.
Sempre nella classifica bassa, al limite della sufficienza sono Vienna (59% e smog alle stelle) e Stoccolma (53%), tanto verde ma il top dei rifiuti.
A scendere le metropoli più in affanno: Madrid (50%), Parigi e Saragozza (44%), Anversa (40%).
Ma è anche possibile fare di meglio. E lo dimostrano i dati delle prime della classe. Helsinki su tutte.
Nella capitale finlandese 98 abitanti su cento hanno il teleriscaldamento; nonostante una quota di spazzatura finisca incenerita, c’è un’ottima percentuale di raccolta differenziata, prossima al 50%.
Bene le piste ciclabili (1 km ogni 5 abitanti), l’area urbana è piena di verde (134mq per abitante), la depurazione al top (100%), lo smog non assente ma nemmeno asfissiante. Voto 8.
Seguono Berlino con un buon 73%, Goteborg e Dresda 71%.
La capitale tedesca raggiunge ad esempio un record nella quantità di kW di energia solare installati su edifici pubblici (21.200), Goteborg ha i valori di biossido di azoto e polveri sottili più bassi d’Europa mentre il capoluogo della Sassonia ha la miglior raccolta differenziata (54%) e un risparmio idrico spinto (ogni abitante consuma meno di 100 litri di acqua al giorno).
Barcellona e Copenaghen, entrambe più che sufficienti (67%).

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