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La Commissione Ingegneria Strutturale dell’UNI, dal 1990 comitato specchio del CEN/TC 250 “Structural Eurocodes”, ha esercitato per 15 anni la rappresentanza italiana in tale Comitato e ha partecipato attivamente alla redazione e discussione degli Eurocodici nell’ambito dei 9 Sottocomitati, esprimendovi il parere italiano e apportando l’importante contributo della cultura tecnica italiana anche nei singoli Project Teams. Suoi Membri sono stati e sono presidenti di importanti Sottocomitati, per l’Eurocodice 2 (prima Franco Levi e ora Giuseppe Mancini), per l’Eurocodice 8 (Paolo Pinto), per l’Eurocodice 9 (Federico Mazzolani), dando così fin dall’inizio una fondamentale impronta ai testi. Gli Eurocodici stanno concludendo il loro programma con l’innegabile successo politico del Voto Formale, che sancisce la convergenza scientifica e tecnica degli esperti di 25 Paesi dell’Unione Europea e 3 dell’EFTA. Sono disponibili i testi approvati di un insieme di norme di progettazione che copre l’intero spettro delle tecniche costruttive e dei criteri di progettazione. E’ la felice conclusione di un processo lungo e laborioso, come è naturale sia un processo di convergenza di numerose tradizioni e pratiche progettuali. La Commissione Ingegneria Strutturale UNI si considera perciò una sostanziale “co-autrice” degli Eurocodici e come tale l’unica loro autorevole interprete in Italia. E’ dunque essenziale parte dei suoi compiti l’assistenza alle Autorità competenti e agli utilizzatori nella interpretazione dei testi, spesso frutto di profonde discussioni conservate in verbali e “background documents”. E’ in tale veste che la Commissione UNI ha effettuato, attraverso i suoi Sottocomitati, un attento confronto tra gli Eurocodici e le norme tecniche italiane emesse in bozza il 30 marzo 2005 (il cosiddetto Testo Unico, periodica revisione delle norme emesse nell’ambito delle leggi 1086/1971 e 64/1974), elencandone i punti di divergenza. I rilievi effettuati mostrano come siano numerosi (più di 100) e importanti gli elementi di conflitto, tanto da confermare l’interpretazione di tale inconsuetamente voluminoso testo (405 pagine) come un ostacolo all’entrata in vigore degli Eurocodici. Poiché le suddette norme tecniche, emesse con Decreto, avranno carattere cogente, il loro testo conflittuale non consentirebbe l’utilizzazione degli Eurocodici (norme prestazionali non cogenti). Di conseguenza, mentre le esistenti norme tecniche (Decreti 9 gennaio 1996 e 16 gennaio 1996) hanno aperto esplicitamente un uso alternativo degli Eurocodici 2 (calcestruzzo) e 3 (acciaio), le nuove norme tecniche (TU), se non saranno sostanzialmente eliminate le conflittuali prescrizioni tecniche di dettaglio, costituirebbero un incomprensibile passo indietro, impedendo di fatto l’uso degli Eurocodici e creando così grave danno all’economia nazionale. Al contrario, la normativa nazionale cogente dovrebbe contenere le sole concise prescrizioni generali (indipendenti dalle singole tecniche e dai singoli materiali) intese a garantire la sicurezza delle costruzioni, formulare i requisiti essenziali e definire i Parametri di Determinazione Nazionale (NDP), affidando agli Eurocodici (non cogenti) il ruolo di normativa tecnica. In tal modo, come raccomandato dall’Unione Europea, si consentirà l’armonizzazione europea delle norme tecniche e l’Italia ne farà parte, pur salvaguardando interamente la competenza delle Autorità nazionali in tema di sicurezza. Per informazioni: UNI Alberto Galeotto, Comparto Costruzioni e-mail: [email protected] Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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