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La mostra, che avrà luogo nel Palazzo Ducale di Genova, dal 2 Ottobre 2004 al 13 Febbraio 2005, raccoglie e documenta gli sconfinamenti operati dagli artisti nell’ambito dell’architettura – artisti che hanno immaginato e spesso realizzato case, grattacieli, complessi urbani ed aeroporti o hanno prodotto dipinti e sculture che richiamano direttamente o indirettamente il soggetto architettonico – e quelli degli architetti che hanno pensato in termini di scultura, vale a dire hanno progettato e creato edifici con forte valore espressivo e plastico e si sono impegnati a realizzare opere con un’alta componente visuale, sconfinando anche nelle ricerche fotografiche e pittoriche. Un’avventura utopica, sfociante a volte nell'”archiscultura”, che vede artisti e architetti – da Kasimir Malevich a Alexandr Rodchenko, da Antonio Sant’Elia a Fortunato Depero, da Ludwig Mies van der Rohe a Piet Mondrian, da Le Corbusier a Frederick Kiesler, da Constant a Jean Dubuffet, da Frank Gehry a Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen – impegnati a disegnare spazi, volumi e percorsi ideali, basati su colori e forme che non provengono dalla funzionalità, ma dalla creatività pura, visiva e plastica, tipica della ricerca visuale, in una comune ipotesi d’intervento sulla città e sulla vita. Per meglio esemplificare l’interazione tra le diverse forme espressive così tipico dell’utopia moderna prima e dei linguaggi contemporanei degli ultimi decenni dopo, le prime due sezioni della mostra avranno al loro interno momenti dedicati ad espressioni artistiche diverse, quali, ad esempio, la fotografia, il cinema, la letteratura, sempre in relazione al soggetto architettonico. Il percorso della mostra, una sorta di jam session delle arti – pittura, scultura, film, fotografia, libri – e dell’architettura, sarà il frutto della collaborazione tra il curatore e Gae Aulenti, che insieme hanno già dato vita alla mostra dedicata all’arte italiana proposta dal Guggenheim Museum di New York nel 1994 (“The Italian Metamorphosis, 1943-1968”), avvalendosi del contributo di Pierluigi Cerri per il progetto grafico. La mostra è articolata in tre parti: la prima dedicata agli architetti e agli artisti delle Avanguardie storiche, fino agli anni Sessanta compresi (1900-1970); la seconda, che abbraccia più specificatamente il periodo contemporaneo (1970-2000); la terza, volta a realizzare a Genova, in piazze, strade e negli atri e cortili di palazzi storici, strutture effimere a firma di alcuni dei maggiori artisti e architetti del mondo. L’itinerario delle installazioni contemporanee parte da Piazza Caricamento, dove è collocato il Teatro del Mondo di Aldo Rossi: ricostruito grazie a Coopsette, il Teatro è un omaggio simbolico a tutta l’architettura che ha guardato all’arte e da essa ha tratto suggestioni e strumenti. In Piazza San Lorenzo è collocata l’installazione di Frank Gehry, mentre da Piazza Matteotti, dove sono collocate le installazioni di Pedro Cabrita-Reis, Alessandro Mendini e Van Lieshout, il percorso attraversa i cortili di Palazzo Ducale, con gli Igloo di Mario Merz, la scultura di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen e l’installazione Wave UFO di Mariko Mori, prosegue in Piazza De Ferrari, con Gaetano Pesce e il suo Chiosco per Genova 2004 e il progetto di Pierluigi Cerri per il cantiere della metropolitana, tocca piazza Corvetto con Renzo Piano, scende verso Piazza Fontane Marose e Piazza San Matteo, con le installazioni, rispettivamente, di Hans Hollein (The Golden Calf, 2004) e Anselm Kiefer (Cornelia, 2003), e percorre Strada Nuova, dove Palazzo Lomellino ospita il modello del progetto Togok Towers di Rem Koolhaas e il cortile di Palazzo Tursi ospita i Giardini di vetro di Andrea Branzi. Ogni installazione è stata realizzata grazie al contributo di imprese e società che guardano alla contemporaneità come a un valore della propria cultura aziendale, da Permasteelisa alle società francesi Civra e Altran, da Leggeri S.p.A. a Abet Laminati, da Berti Pavimenti a Ceramiche Marazzi, da Metropolitana di Napoli e Ansaldo a Intergroup Italia, e ancora Fondazione Nando Peretti e Habitat Legno. La mostra si propone di coinvolgere la città di Genova nel suo complesso, non solo tramite le installazioni realizzate da artisti e architetti contemporanei, ma anche attraverso l’utilizzo dei cartelloni solitamente impiegati per scopi pubblicitari di dimensioni 6×3 metri, che verranno utilizzati per presentare immagini di fotografi e disegni di artisti e architetti e che saranno collocati in cinquanta punti cruciali della città in tre diversi momenti del periodo espositivo, una sorta di espansione visiva della mostra nella città intera. Il progetto, interamente prodotto dalla Federico Motta Editore, rappresenta un’inedita ma necessaria trasformazione della città intera, vera destinataria di ogni idea architettonica, in unico, grande luogo espositivo: da levante a ponente, in questo modo, “Arti&Architettura, 1900/2000” propone una rassegna di disegni e fotografie ideate appositamente da alcuni dei più famosi artisti, architetti e fotografi, tra cui Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Greg Lynn, Jean Nouvel, Franco Purini, Massimo Scolari, Luisa Lambri, Mimmo Jodice, Arduino Cantafora, Grodon Matta-Clark. Il catalogo che accompagna la mostra, edito da Skira, si propone come una pubblicazione esaustiva sull’argomento e si avvale del contributo di studiosi italiani e stranieri – storici dell’arte e dell’architettura, filosofi, storici del cinema e della fotografia – nonché una cronologia degli eventi storico-artistici e una bibliografia generale: più di ottocento pagine, oltre mille immagini a colori e in bianco e nero e il contributo di oltre venti autori restituiscono al lettore la complessità di una mostra che, tra arte architettura, fotografia e cinema, attaversa tutto il Ventesimo secolo e propone uno sguardo sull’oggi. Per informazioni: www.palazzoducale.genova.it Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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