Italia delle contraddizioni

Fuksas: “E’ sempre più difficile lavorare in Italia”. In una lunga intervista a Repubblica, l’architetto romano esprime tutto il suo disagio a lavorare in patria. Alla domanda su cosa stia facendo in questo momento, ha risposto: “Mi sembra sempre che non sto realizzando nulla. In realtà faccio quello che deve fare un architetto: cantieri, progetti, disegni preliminari e concorsi…In Francia sto partecipando a due concorsi e a Lione sto realizzando un edificio complesso in cui mettere cultura, intrattenimento, shopping”.
Parte dell’intervista è incentrata sullo scottante tema delle periferie nel nostro paese: “l’Italia cerco di dimenticarla perché in queste condizioni non si può fare nulla. L’Italia è un paese completamente deindustrializzato, acquistato nelle sue parti migliori dagli stranieri, non è governato e come tale non ha futuro”. Apocalittico? “No, onesto. Nel nostro paese non si è abituati a pensare prima e fare poi, si vuole tutto subito. E anche in architettura manca la riflessione prima dell’azione, si vive nella cultura dell’urgenza e così si lavora di più e peggio…L’entrata in Europa e il confronto con altre realtà hanno messo in luce perché da noi è così difficile realizzare opere…è tutto difficile, non ci sono richieste, non c’è capitale da investire e tutto è lentissimo”.

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