Holzbau: il legno lamellare

Holzbau è l’azienda che ha fatto conoscere al mercato italiano il legno lamellare, infatti, quando agli inizi degli anni settanta uscirono le prime travi dagli stabilimenti di Bressanone, dove l’azienda ha ancora sede, il lamellare in Italia era ancora sconosciuto; l’obiettivo principale era pertanto quello di diffondere la cultura della costruzione in lamellare.

L’azienda fa parte del gruppo Rubner, leader in Europa nel settore del legno, ed è stata la prima in Italia a produrre travi in legno lamellare certificate dall’Istituto per la ricerca e la prova dei materiali Otto Graf dell’Università di Stoccarda. Questa certificazione attesta l’idoneità del processo produttivo aziendale nella produzione ed assemblaggio di elementi strutturali in legno.

Holzbau oggi registra un fatturato annuo di circa 40 milioni di Euro, impiegando 120 addetti.
Diversi sono i suoi punti di forza sul mercato: la produzione, la commercializzazione, il know how nella progettazione.

La produzione:
La tecnologia produttiva del legno lamellare è frutto di ricerca continua e di innovazione tecnologica degli impianti negli anni.
La fase iniziale parte dalla scelta della materia prima (tavolati di conifere di prima scelta provenienti dai paesi del centro e nord Europa), che è attentamente selezionata in conformità alla rigida normativa tedesca DIN 1052 per quanto riguarda la direzione e la rettilineità delle fibre, il numero e la dimensione di nodi esistenti, l’assenza di zone attaccate da muffe o insetti.
Poi si devono considerare le dimensioni del materiale, lo spessore e la sezione trasversale.
Le tavole vengono quindi sottoposte ad un processo di essiccazione controllata, al fine di ottenere il giusto grado di umidità indispensabile per un corretto incollaggio delle tavole stesse.
Si effettua poi il controllo finale delle tavole, la loro piallatura e calibratura, l’incollaggio tramite giunto a pettine delle lamelle così ottenute, fino alla pressatura vera e propria degli elementi strutturali ottenuti sovrapponendo le singole lamelle nella forma e dimensioni volute; tali elementi, una volta perfettamente incollati, vengono sottoposti ad una piallatura finale, alle prelavorazioni di finitura funzionali al montaggio della struttura, e si termina con l’impregnazione delle travi.
Tutte queste fasi sono eseguite attraverso processi controllati da macchine a controllo numerico integrato (con sistema tipo CAD-CAM) che garantiscono assenza di difetti ed uniformità industriale del prodotto.

La commercializzazione:
La struttura commerciale è costituita da tecnici-commerciali che operano su tutto il territorio nazionale e che hanno la capacità di adattare il materiale alle infinite possibilità progettuali che rendono unica e originale una struttura in legno lamellare, struttura che è sempre diversa in funzione del progetto, della destinazione d’uso, delle mille tradizioni locali che caratterizzano l’Italia.
Sono in grado inoltre di fornire una consulenza qualificata in fase di progettazione, di assistere il cliente nella scelta finale, di coordinare il lavoro di cantiere e gli aspetti logistici.
L’azienda, oltre la sede di Bressanone, dispone di un ufficio tecnico commerciale a Milano e di uno stabilimento produttivo a Calitri (AV), anch’esso dotato di ufficio tecnico e di una rete di tecnici commerciali.

Il know how dell’ufficio tecnico:
L’ azienda dispone di una conoscenza di oltre trent’anni di lavori.
Diverse realizzazioni in tutte le regioni d’Italia e la conoscenza del comportamento delle strutture col passare degli anni, consentono una memoria storica che si affianca alle capacità dei tecnici del settore.
Queste capacità permettono di assistere in modo effettivo i progettisti nello sviluppo della progettazione esecutiva e della valutazione economica dell’opera da realizzare, con la sicurezza di poter intervenire anche in situazioni inusuali per forme, dimensioni, situazioni ambientali e climatiche.

Una realizzazione: ponte pedonale sul Sile nel centro di Treviso
L’ opportunità di realizzare una passerella pedonale sul Sile, è derivata dalla necessità di collegare due parti della sede universitaria di Treviso che, a partire dall’autunno 2001, sono pienamente funzionali: la sede della facoltà di Giurisprudenza legata all’Ateneo di Padova e la sede della facoltà di Economia e Commercio legata all’Ateneo veneziano di Ca’ Foscari.
All’ esigenza funzionale tuttavia si aggiunge un’ opportunità ambientale per togliere agli edifici del Distretto Militare, un tempo appartenenti al convento delle Agostiniane di S. Paolo, quell’isolamento dal resto della città, giustificato in passato dalla sua funzione e dal fatto di essere collocato ai margini della città murata. L’area del Distretto, rispetto alla città attuale, si trova invece in un’area interstiziale alla quale la mancanza di collegamenti ha finito per dare il carattere di una zona difficilmente raggiungibile.
Nel definire la collocazione del ponte, raccogliendo anche i suggerimenti emersi dal dibattito che si è svolto sulla stampa locale, si è scelto l’asse del cancello che un tempo dava accesso all’area ospedaliera di S. Maria dei Battuti e introduce oggi alla “piazza dell’Università”, ricavata tra la ex Dogana e il palazzo Bortolan e resa attraente dal riscoperto corso del Cagnan (affluente del Sile di dantesca memoria). Dalla parte opposta del Sile, l’asse del ponte coincide con i fornici di un porticato che potrà in futuro diventare uno degli accessi alla nuova facoltà che dovrebbe realizzarsi all’interno dell’edificio cinquecentesco del convento di S. Paolo.
Si è scartata la soluzione di costruire la passerella nella immediata prossimità dell’attuale ponte di S. Margherita, sia per la sgradevole immagine dei ponti accoppiati, ciascuno dei quali avrebbe nascosto in parte quello vicino, sia per il carattere non baricentrico che la passerella avrebbe avuto in tal caso rispetto al futuro organismo formato dalle diverse facoltà universitarie.
Come tecnologia costruttiva si è scelta quella del legno lamellare, sia per il suo carattere di transitorietà che meno incide sull’immagine ambientale, sia per il suo aspetto di leggerezza e per il colore caldo che lo collega armoniosamente con le sponde verdi e la vegetazione che arricchisce la sponda esterna del Sile.
L’architettura del ponte si ispira all’immagine del ponte settecentesco collocato di fronte alla chiesa di S. Margherita, poi sostituito dall’attuale ponte che è attraversato da un intenso traffico veicolare certamente non compatibile con i percorsi degli studenti all’interno della cittadella universitaria.
Le basi d’appoggio della struttura lignea sono state realizzate in pietra d’Istria, in modo da nascondere, nella visione a distanza, le cerniere di appoggio e hanno una sagoma inclinata per evitare che possano essere utilizzate come sedili.
Dalla parte del palazzo Bortolan, per evitare le barriere architettoniche, è stata creata una breve rampa parallela al Sile, in modo da compensare la diversità di livello tra le sue sponde. Lungo le rampe è stata estesa la ringhiera con piastrini in pietra che si estende attualmente lungo la sponda a partire dal ponte.
Le semplici linee e gli obelischi lignei rievocano il bel dipinto del Coghetto che rappresenta la facciata di S. Margherita, conservato nel Museo Civico, in cui si può vedere la veste settecentesca del ponte.
L’illuminazione del ponte avviene attraverso il bordo sporgente del corrimano in legno del parapetto oltre che da riflettori posti su pali da entrambe le sponde del Sile.
Committente: Comune di Treviso
Progettista: Arch. Paolo Portoghesi – Calcata VT
Strutture in lamellare: HOLZBAU spa – Bressanone BZ
Impresa di costruzioni: Carron – San Zenone degli Ezzelini TV

Relazione strutturale
Caratterizzato da una sagoma curva e realizzato interamente in legno lamellare, il nuovo ponte pedonale sul fiume Sile a Treviso collegherà la nuova sede di San Leonardo all’ex distretto militare ora zona universitaria.
Largo circa 4 metri, il ponte ha una luce di circa 24 metri, leggermente ridotta nei punti di appoggio, elegantemente abbassati rispetto alla quota del piano di calpestio. Una differenza di 120 centimetri, sufficiente ad assicurare alle travi portanti, sottostanti l’impalcato, una curvatura tale da migliorarne notevolmente le caratteristiche di prestazione.
La struttura portante principale del ponte è realizzata con 5 centine curve in legno lamellare a sezione doppia incollata (40×80 centimetri per quelle poste all’interno e 30×80 per quelle poste all’esterno), lunghe 22 metri. Le cinque centine sono collegate trasversalmente e rese più solide tra loro per mezzo di elementi di irrigidimento, posti a interasse di circa 1,7 metri, di sezione 10×43 centimetri, fissati con staffe in acciaio chiodate e bullonate.
Lo schema statico del ponte è, dunque, quello di un arco a due cerniere a cui è consentita una piccola traslazione obliqua, sia per una tolleranza di posa, sia per l’eliminazione delle sollecitazioni orizzontali sulle sponde. Un aiuto al funzionamento statico dell’arco è assicurato anche dalla distribuzione del carico sulle travi principali: una serie di elementi ortogonali all’asse, di altezza variabile, fanno in modo che il carico non sia concentrato in sommità o in pochi punti, ma venga ripartito a intervalli di circa 80 centimetri. Questo interasse è anche funzionale ai travetti longitudinali su cui è fissato il piano di calpestio vero e proprio, realizzato con tavole di larice accoppiate, così da compensare le deformazioni che si elidono, e posate con fughe per permettere lo scorrimento dell’acqua.
Nella sezione trasversale i parapetti, anch’essi in legno lamellare a sezione piena di spessore 12 centimetri, si collegano a un telaio rigido che consente di stabilizzare travi e impalcato in prossimità degli appoggi, dove la differenza di altezza aumenta.
Sulla parte superiore, inoltre, è previsto un corrimano sagomato di sezione 20×32 centimetri. Tra le varie essenze disponibili, è stato scelto legno di larice, perché in grado di assicurare, oltre alla valenza estetica, una buona resistenza meccanica all’usura e una maggiore durabilità quando, come in questo caso, viene utilizzato per manufatti esposti agli agenti atmosferici, grazie al suo naturale contenuto di resina, senza l’utilizzo di impregnanti tossici.

Materiali da costruzione: un confronto a vantaggio del legno
Il legno è un materiale naturale e rinnovabile, trasformabile con bassi costi energetici e preferibile agli altri materiali da costruzione per l’edilizia, a vantaggio per l’ambiente e per il risparmio energetico.
Nel 1900 la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera era di 290 parti per milione, ai giorni nostri è arrivata a 360 parti per milione, superando le soglie di rischio per l’ambiente.
L’aumento dell’CO² nell’atmosfera legato alle diverse attività umane, è infatti responsabile al 50% dell’effetto serra.
Il legno assorbe anidride carbonica, con la loro crescita gli alberi rilasciano ossigeno e assorbono grandi quantità di anidride carbonica.
In un metro cubo di legname c’è la stessa quantità di CO² di un milione di metri cubi d’aria.
Il legno, rispetto ad altri materiali per l’edilizia, quali alluminio, acciaio e cemento armato, è l’unico materiale per edilizia che assorbe anidride carbonica.
Secondo il ministero per l’ambiente francese, il fabbisogno energetico per il trasporto e la trasformazione del legname è di gran lunga inferiore a quello degli altri materiali, da 8 a 30KWh a metro cubo, contro i 150/200 necessari per produrre lo stesso volume di cemento, 500/600 dell’acciaio e gli 800KWh dell’alluminio.
Un recente studio norvegese ha raffrontato i consumi energetici necessari per produrre una struttura a capriate con travi di 20 metri di lunghezza e 6 di altezza nei diversi materiali quali cemento, acciaio e legno lamellare. I dati risultano essere quelli di 62 KW/m² per struttura in cemento, 155 Kw/m² per l’utilizzo dell’acciaio, 33 KW /m² con travi reticolari in legno lamellare e di 37 Kw/m² con travi in legno lamellare.
L’impatto che la scelta dei materiali per costruzioni può avere sull’inquinamento ambientale in generale è ancora oggi limitato ma la tendenza delle amministrazioni pubbliche più avanzate, è comunque quella di intervenire a livello tributario contro le attività industriali maggiormente inquinanti (vedi carbon tax).
Un altro aspetto da considerare è la caratteristica del materiale di essere rigenerabile e riciclabile.
Contro il rischio della deforestazione i paesi produttori di legname hanno già attivato azioni di rimboschimento, il legno utilizzato in edilizia non deriva da foreste secolari, bensì da piantagioni giovani e facilmente rinnovabili.
Una struttura in legno, una volta dismessa, può essere recuperata integralmente e riutilizzata.

Nelle immagini:
– Ponte pedonale sul Sile nel centro di Treviso

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