I tiranti di ancoraggio nella geotecnica

È stata pubblicata nel mese di giugno la versione italiana della norma europea EN 1537 “Esecuzione di lavori geotecnici speciali – Tiranti di ancoraggio” elaborata dal comitato tecnico CEN/TC 288 “Esecuzione di lavori geotecnici speciali”, la cui segreteria è affidata all’ente normatore francese (AFNOR).
La norma è applicabile all’installazione, alla prova e al controllo di tiranti permanenti e provvisori, per i quali è sottoposta a prova la capacità di ancoraggio (il tirante è inteso come una installazione in grado di trasmettere un carico di trazione a uno strato resistente, composta da una testa di ancoraggio, da un tratto di armatura libera e da un tratto di armatura vincolata, con vincolo nel terreno mediante iniezione di malta).
Non si riferisce a sistemi alternativi di ancoraggio, come pali a trazione, ancoraggi a vite, ancoraggi meccanici, chiodature, ancoraggi a espansione e ancoraggi passivi.
Le strutture ancorate considerate sono:
– strutture di sostegno;
– strutture di stabilizzazione di rilevati e scarpate;
– cavità sotterranee;
– strutture nel sottosuolo e platee soggette a sottopressioni di acque freatiche;
– strutture che trasferiscono al terreno trazioni riportate dalla/sulla sovrastruttura.
La EN 1537 stabilisce e definisce i principi per la tecnologia dei tiranti. Se i sistemi previsti per i tiranti non soddisfano i principi definiti nel testo, l’uso di tali sistemi è ammesso in deroga con accettazione scritta da parte del Rappresentante Tecnico del Cliente. I tiranti di ancoraggio possono essere progettati correttamente soltanto sulla base di una chiara conoscenza del progetto di costruzione, dei requisiti strutturali dei tiranti e delle caratteristiche geotecniche del terreno. Prove di ancoraggio e verifica dei parametri di progetto sono elementi necessari nel procedimento costruttivo per una installazione economica ed efficace.
A titolo indicativo, la norma prevede un’appropriata suddivisione fra le attività di progetto (per esempio, fornire i dati geognostici sul sito per la costruzione dei tiranti, progettare il complesso della struttura ancorata, calcolare i tiri richiesti, definire i coefficienti di sicurezza da utilizzare, specificare spaziatura e orientamento dei tiranti, tiri di ancoraggio e requisiti di stabilità d’insieme, ecc.) e di esecuzione (per esempio, accertare i dati geognostici in relazione alle ipotesi di progetto, definire la durata dei tiranti (permanenti/temporanei) e i requisiti per la protezione anticorrosione, fornire e installare il sistema di sorveglianza per i tiranti, ecc.).
La EN 1537 prevede inoltre che il progetto dei tiranti consideri:
– i carichi e i limiti di carico imposti dai tiranti sull’insieme della struttura, come aiuto per il progettista della struttura;
– il modo con cui i carichi sono applicati al tirante durante la vita di progetto, e cioè tensioni statiche o dinamiche;
la distribuzione del carico dell’insieme dei tiranti sulla struttura durante la messa in tiro e la vita di progetto della struttura;
– l’interfaccia fra tirante e struttura, per assicurare la stabilità della struttura in ogni fase;
– le conseguenze della rottura di un tirante durante o dopo la messa in tiro, come pure la possibilità di disporre postazioni di riserva per tiranti sostitutivi, se necessario.
È richiesto che tutte le indagini geotecniche devono essere eseguite in conformità con i requisiti e le raccomandazioni dell’Eurocodice 7: UNI ENV 1997-1. Infatti, il terreno è un elemento vitale per i tiranti e pertanto è essenziale un’indagine geotecnica di buona qualità. Una causa frequente di cedimento dei tiranti in fase di prova è la mancanza di accurate informazioni sulle locali condizioni del terreno circostante.
Dato che si installano frequentemente anche tiranti inclinati oltreché verticali, si dovrebbero investigare le variabili caratteristiche del terreno anche lateralmente oltre che in verticale. È previsto che l’indagine geotecnica sia estesa all’intorno del sito, in modo che il profilo stratigrafico possa essere interpolato fra i sondaggi, anziché estrapolato fuori area. Per quanto possibile, l’indagine dovrebbe estendersi in modo da includere le formazioni esterne al terreno effettivo, corrispondenti alle tensioni ivi indotte dai tiranti.

Pubblicato su Edilizia e Territorio n. 24/2002 (17-22 giugno 2002)

Per informazioni:
UNI, Alberto Galeotto
Comparto Costruzioni
tel. 02 70024.403, fax 02 70106106
e-mail: [email protected]

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