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Anche l’istallazione di una porta blindata rientra fra le opere di manutenzione e ristrutturazione immobiliare che fruiscono della detrazione fiscale del 36 per cento prorogata a tutto il 2002, per cui è frequente la richiesta di informazioni e consigli da parte dei consumatori, considerando il crescente aumento dei furti in casa. In circa l’80 per cento dei casi, infatti, il furto avviene forzando la porta e ciò per un motivo molto semplice: sarebbe più facile per i ladri introdursi nell’appartamento aggrappandosi a tubi esterni e altri appoggi, ma per evidenti ragioni di ingombro il bottino deve essere portato via attraverso la porta, anche se è di peso non eccessivo. Tuttavia il consumatore ha un’idea vaga delle porte blindate e, di solito, si affida all’artigiano sotto casa o al primo che trova sulle pagine gialle. Molto spesso gli artigiani propongono la “corazzatura” della porta, cioè il rinforzo di quella esistente, ma la soluzione è sempre poco raccomandabile per una serie di ragioni, prima fra tutte quella che un’anta robusta non significa che il telaio lo sia altrettanto. Nessuna porta corazzata potrà mai raggiungere il livello di robustezza di una porta blindata per l’estrema difficoltà di realizzare cerniere, battute e bocchette di sufficiente protezione. Difficilissima è poi la corazzatura di una porta a due ante, per la debolezza intrinseca della giunzione fra le due ante. Non per nulla, se una porta blindata deve sostituire una esistente a due ante, mantiene l’estetica delle due ante, ma è unica. Comunque, la scelta dipende anche da quanto si può o si vuole spendere e dal valore dei beni domestici da proteggere. Non c’è dubbio che se il valore è alto occorrerebbe una porta blindata ma, di nuovo, le idee del consumatore sono vaghe. Eppure basterebbe pretendere una porta blindata “a norma UNI 9569”, perché significa che ha superato una serie di prove di scasso previste dalla stessa norma UNI e svolte da un organismo autorizzato (l’Istituto Giordano) che rilascia un “certificato di omologazione” contenente anche l’indicazione della classe della porta. La norma UNI, infatti, ha suddiviso le porte blindate in quattro classi, secondo il grado crescente di resistenza al tentativo di effrazione. – 1a classe. Garantisce la protezione da un ladro dotato di attrezzi facilmente occultabili che provocano una rumorosità limitata durante lo scasso, come cacciaviti, piedi di porco, leve, tenaglie, eccetera. Sono attrezzi comunemente usati da nomadi e ladri non professionisti e il tempo di resistenza della porta, ovviamente, non è infinito (nell’ordine di una trentina di minuti), quindi va bene per una casa situata in un condominio dove i ladri non possono lavorare indisturbati e i beni da proteggere sono di valore medio-alto. – 2a classe. Resiste a seghe, asce, scalpelli, martelli e altri attrezzi manuali rumorosi. È indicata per case con valori notevoli o per uffici con valori delicati situati in palazzi senza civili abitazioni, ove i ladri possono operare più indisturbati. – 3a classe. Si para l’attacco di un semiprofessionista che dispone anche di attrezzi elettrici come trapani, seghe, molatrici, eccetera, di potenza fino a 500 watt. È indicata per case con valori molto elevati, uffici interni di banche, orologerie, pelliccerie, eccetera. – 4a classe. È a prova di scassinatori professionisti dotati di tutto l’armamentario precedente più un trapano e percussione e strumenti elettrici speciali fino a 2000 watt di potenza. È indicata per case con valori plurimiliardari, gioiellerie, banche, impianti militari, eccetera. A parte la classe della porta, i cui costi sono ovviamente crescenti, il consumatore farà bene a pretendere che le zanche di ferro per ancorare la porta alla muratura siano numerose e lunghe e che le chiavi della porta siano consegnate in una busta pre-sigillata dal fabbricante, tenendo presente che le compagnie di assicurazione non risarciscono i furti in casa quando la penetrazione è avvenuta con chiavi false o duplicate, senza segni di scasso. Se poi qualcuno scippa la borsetta con le chiavi, la prima cosa da fare non è andare al commissariato, ma telefonare a casa o ad un vicino per mettere in guardia dal possibile arrivo di malintenzionati, essendo più volte avvenuto che un mazzo di chiavi rubato insieme alla borsetta sia stato immediatamente utilizzato. Per aumentare il grado di protezione, si può far montare un rivelatore di vibrazioni che entri in funzione con un allarme acustico non appena la porta viene attaccata, specialmente se si tratta di una casa isolata o abitata saltuariamente. L’allarme dovrebbe indurre gli scassinatori ad andarsene subito, ma volendo un grado di protezione maggiore può essere affiancato da un combinatore telefonico che consenta al proprietario di impostare di volta in volta i numeri telefonici che desidera siano avvisati, come quelli di un istituto di vigilanza privata. (Fonte: UNC – “Le Scelte del Consumatore” Agenzia del 3 aprile 2002) Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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