Appalti a rischio

Otto appalti su dieci finiscono nelle mani della mafia. Lo denuncia a chiare lettere Pierluigi Vigna, procuratore generale antimafia. La nuova Legge Obiettivo e la delineazione della figura del general contractor che concentra su di sé tutte le fasi dei lavori, inoltre, rischiano di aumentare questo pericolo. Per porre freno a una situazione particolarmente pericolosa è pronto un vademecum che aiuta a prevenire i pericoli di infiltrazioni mafiose.
Proprio l’Authority per i lavori pubblici, infatti, ha stilato un elenco degli “indici di anomalia” degli appalti. Non si tratta di criteri scientifici, come ha sottolineato lo stesso Vigna, ma di sensori di allarme dei quali si può e si deve tenere conto.
Lo stesso procuratore generale ha chiesto la drastica riduzione numerica delle stazioni appaltanti che oggi sono circa 24mila. Un numero decisamente spropositato per consentire i necessari controlli sull’effettiva legalità delle procedure.
Tra gli indicatori da tenere sotto osservazione le irregolarità formali, le anomalie nelle offerte (elevato ribassi o rialzi sono sicuri indicatori che l’appalto è pilotato) ed i subappalti.
Proprio attraverso il ricorso alla procedura del subappalto le imprese vincitrice dell’appalto sono spesso costrette a scendere a patti con Cosa Nostra.

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia



Categoria notizia

EDILTREND, MERCATO

Le ultime notizie sull’argomento