Incertezze urbanistiche

Piani particolareggiati a rischio pensionamento forzato. E’ slittata al 30 giugno 2002 l’entrata in vigore del Testo Unico in materia di espropriazione per pubblica utilità allontanando, di fatto, la prospettiva di un terremoto urbanistico annunciato. Come noto il T.U. sarebbe dovuto entrare in vigore dal 1° gennaio mandando in pensione norme addirittura centenarie. Il tutto è stato però rimandato di sei mesi attraverso il decreto legge 411 del 23 novembre. Un margine di tempo supplementare che consentirà di rivedere, e porre rimedio, allo scivolone contenuto nell’articolo 58 del Dpr 327 che precede l’abrogazione delle norme della legge 1150/42 che disciplina i piani particolareggiati. Gli effetti di un simile “colpo di spugna” potrebbero essere inimmaginabili. Va ricordato, infatti, che il piano particolareggiato costituisce lo strumento tradizionale di attuazione del P.R.G. e che sulle norme degli stessi piani particolareggiati sono modellati i piani di zona istituiti dalla L. 167/62 sull’edilizia economico-popolare e i piani di recupero. Questo concatenarsi di causa-effetto rende l’idea di come l’introduzione del Testo Unico, nella sua formulazione originaria, potrebbe causare un vuoto procedurale enorme con il rischio di paralizzare completamente l’attività edilizia nelle zone dotate di piani particolareggiati. Particolarmente gravosa la situazione in tutte quelle regioni, prima tra tutte il Lazio, in cui la situazione normativa è ulteriormente aggravata dalle disposizioni regionali in materia.

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