Edilizia e marcatura CE

Prodotti da costruzione marcati CE: l’Italia è pronta?Prodotti da costruzione per il mercato unico: aspettative e realtà. Su questi temi si è svolta nei giorni 4 e 5 dicembre 2001 al Palazzo dei congressi di Bruxelles una conferenza organizzata dal CEN, dalla Commissione Europea e dall’EFTA.
La Direttiva Prodotti da Costruzione (CPD) fu adottata alla fine del 1988 con l’obiettivo di rimuovere le barriere di natura tecnica al commercio per un’enorme gamma di prodotti (qualunque cosa destinata a diventare parte integrante e permanente di un edificio o di un’opera di ingegneria civile).
La complessità intrinseca della direttiva, ed i conseguenti problemi che hanno avuto ripercussioni sulla sua effettiva attuazione, hanno fatto sì che solo recentemente i primi prodotti da costruzione marcati CE secondo la CPD abbiano iniziato a comparire sul mercato. Tuttavia, un numero consistente di settori del mercato delle costruzioni sono ora sufficientemente prossimi alla marcatura CE dei prodotti di loro competenza per dover essere consapevoli delle implicazioni che l’attuazione della direttiva ha sul proprio settore.

C’è stato inoltre un considerevole lavoro preparatorio da parte degli organismi di terza parte, i quali, in molti casi, sono necessari per il rilascio della marcatura CE. Inoltre, alcuni Stati membri hanno iniziato ad introdurre le necessarie modifiche ai loro regolamenti nazionali per consentire la circolazione e l’impiego dei prodotti da costruzione marcati CE.
La conferenza è giunta pertanto come prima opportunità di una visione globale dello stato di applicazione della direttiva nei diversi Paesi, anche alla luce delle reali esperienze acquisite.
Tali esperienze consentono di iniziare a formulare un giudizio su quanto in pratica la direttiva sta perseguendo, di individuare i problemi che emergono dalla sua applicazione e di considerare alcuni aspetti che forse non sono stati previsti dal legislatore. Uno su tutti il paradosso secondo cui la direttiva richiede agli Stati membri di accettare i prodotti marcati CE ma allo stesso tempo concede loro il diritto di stabilire livelli regolamentari di protezione. Quindi, un prodotto marcato CE che può essere impiegato in un Paese non necessariamente può essere impiegato in un altro Stato membro.

La partecipazione di più di 250 delegati da Paesi soprattutto europei (ma anche extraeuropei) ha testimoniato l’importanza e l’attualità che ricopre la “messa a regime” di un quadro normativo armonizzato di riferimento di un settore chiave dell’economia europea quale è il settore costruzioni (10-12% del PIL europeo; 2,7 milioni di imprese; 25-30 milioni di addetti, compreso l’indotto).
E l’Italia come si pone di fronte a questo scenario? Alcuni dati per avere una prima indicazione:

5 delegati alla conferenza (uno in più rispettia a Croazia e Ghana), contro i 30 di Germania e Regno Unito ed i 20 della Francia, così ripartiti: 1 (!) dall’industria, 3 da un organismo notificando, 1 da UNI;
nessun organismo notificato, dai Ministeri competenti, per il rilascio della marcatura CE di prodotti da costruzione;
unico Paese, insieme alla Grecia, a non aver nominato il proprio rappresentante governativo nel gruppo degli “Eurocode National Correspondents”, incaricato di gestire il passaggio dai regolamenti nazionali agli Eurocodici in materia di progettazione delle strutture di edifici e di opere di ingegneria civile.
Sembra pertanto confermato l’orientamento del nostro Paese di non saper cogliere le opportunità proprie del “nuovo approccio” (direttive e requisiti generali ai legislatori, norme tecniche di attuazione agli organismi di normazione), lasciando delega in bianco agli altri Paesi nello stabilire le regole del gioco.

Nell’immediato, la conferenza ha consentito, attraverso il reciproco scambio di opinioni ed esigenze, di confermare l’avvio del regime di marcatura CE per i prodotti da costruzione, con l’obiettivo di arrivare quanto prima ad avere “un singolo metodo di prova per un singolo certificato di prova valido in tutta l’Unione Europea”. In tale senso, avranno un ruolo chiave gli organismi notificati. Resta ancora da lavorare per superare le difficoltà legate all’approccio troppo protettivo da parte dell’industria e alla gestione delle risorse in seno al CEN Management Centre ed alla Commissione Europea (ritenute insufficienti).

Per informazioni:

UNI, Alberto Galeotto
Comparto Costruzioni
tel. 02 70024.403, fax 02 70106106
e-mail: [email protected]

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