Bocciato il depuratore di Milano

Il Consiglio di Stato ha bloccato la realizzazione dell’impianto di depurazione di Milano sud perché la ditta spagnola Ati Pretesa, vincitrice della gara d’appalto, non avrebbe avuto i requisiti necessari per parteciparvi, poiché non iscritta in Spagna, ma iscritta in Italia, all’apposito albo. Il decreto sospensivo è stato deciso in seguito al ricorso di primo grado presentato dalla Degremont, risultata seconda alla gara d’appalto. La ditta spagnola aveva presentato l’offerta più vantaggiosa, 129 miliardi per la costruzione dell’impianto, vincendo contro concorrenti come l’Ansaldo, la Degremont, la francese Otv, l’Impregilo-Fiat e la Snam Progetti.
“Milano non sarà più l’unica città europea a riversare i propri scarichi non depurati in un fiume”, aveva dichiarato l’assessore comunale dopo l’approvazione del progetto esecutivo, ma il grave problema che ormai da anni incombe su Milano non è ancora risolto.
Ci sarebbero quattro possibili soluzioni, secondo l’assessore all’Ambiente Domenico Zampaglione: affidarsi alla Pridesa con trattativa privata, aggiudicare la gara alla Degremont, seconda classificata, ripetere la gara d’appalto, o affidare l’intervento a entrambe le ditte, Pridesa e Degremont. Il sindaco Alberini, commissario straordinario alla depurazione, nei prossimi giorni, incontrerà il ministro dell’ambiente Altero Matteoli, nel tentativo di trovare una soluzione, nel frattempo, non resta che verificare eventuali responsabilità nei riguardi della commissione appaltatrice, come chiedono sia la maggioranza che l’opposizione.
Milano, unica tra le grandi città europee priva di un depuratore, e con tre impianti di depurazione da costruire (Nosedo, Peschiera Borromeo e Milano Sud) intanto continua a inquinare il Seveso, l’Olona e il Lambro con i suoi scarichi, e ora rischia una multa miliardaria da parte della Commissione Europea.

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