Infrastrutture sotto accusa

Sequestrato un altro cantiere della Firenze-Bologna. Continua il periodo nero delle infrastrutture italiane. Uno spiraglio proviene, però dalla stessa Procura che non ha tardato a dichiararsi disponibile e rifare partire i lavori se le regole verranno pienamente rispettate. Nonostante i guai giudiziari e le proteste degli ambientalisti, l’alta velocità non deve fermarsi, come ha affermato, in un suo intervento, il presidente della Regione Toscana, Martini. L’ultimo arresto ai lavori è stato dato nei giorni scorsi quando il Noe (Nucleo operativo ecologico dei carabinieri) ha messo sotto sequestro un’altra cava, questa volta a Monte S.Savino, in provincia d’Arezzo, dove finiva una parte dei fanghi di depurazione dei cantieri che stanno perforando l’Appennino tra Firenze e Bologna. Il consorzio dei costruttori che stanno realizzando i lavori ha respinto decisamente ogni addebito e si è appellato al tribunale del riesame. Secondo molti osservatori del settore si sarebbe vicini a una svolta decisiva in questa intricata vicenda. L’ipotesi più plausibile è che azione giudiziaria e iter di costruzione della nuova tratta ferroviaria prendano presto strade separate. Lo ha affermato il Procuratore della Repubblica di Firenze, Antonino Guttadauro, e lo sottolinea Claudio Martini, governatore della Toscana

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