Una serra sospesa su Milano

Nuovo ristorante sulla terrazza della Triennale

Ideata e progettata dallo Studio OBR, e nello specifico dagli architetti Paolo Brescia e Tommaso Principi, il nuovo ristorante sulla terrazza del Palazzo dell’Arte rappresenta, insieme al Padiglione “Arts & Foods” a cura di Germano Celant, una delle più rilevanti iniziative della Triennale di Milano per Expo 2015.
Dopo aver restaurato la terrazza panoramica sopra il salone d’onore secondo il progetto originario di Giovanni Muzio, la Triennale di Milano offre al suo pubblico una nuova dimensione di ristorazione di qualità, curata dallo chef stellato Stefano Cerveni.
Da sempre le esposizioni della Triennale di Milano hanno definito una sintesi tra design e sperimentazione architettonica; in tali occasioni il parco si trasformava in un plateau teatrale dei nuovi miti per l’abitare urbano e l’edificio di Muzio diveniva un mirabile dispositivo di promozione culturale.

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Il progetto di OBR, vincitore del concorso d’idee indetto dalla Triennale di Milano nel luglio 2014, interpreta la tradizione della Triennale con una soluzione leggera, rigorosa e dinamica. Il ristorante è pensato come una serra trasparente immersa nel verde e sospesa sul Parco Sempione, con una vista spettacolare del Castello Sforzesco e dell’intero skyline di Milano.
Salendo sulla terrazza del Palazzo dell’Arte, si viene accolti da un orto aromatico concepito dal paesaggista Antonio Perazzi, dietro il quale si articola il padiglione vetrato del ristorante, arretrato rispetto ai portali della facciata storica.

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“La Triennale è da sempre un riferimento della vita sociale e culturale di Milano. Il ristorante come serra sospesa tra parco e città nasce dall’idea di valorizzare la terrazza del Palazzo dell’Arte come luogo di forte socialità urbana, spazio sensibile in perpetua evoluzione che interagisce in virtù degli scambi dinamici tra interno ed esterno” (Paolo Brescia e Tommaso Principi).
Il padiglione, completamente apribile su tutto il perimetro, è caratterizzato da una leggera struttura modulare in acciaio inox che consente un facile e veloce montaggio e smontaggio direttamente in situ, combinando tecnologie industriali con sapienza artigianale. Il disegno della struttura, ingegnerizzata da Buro Happold e Milan Ingegneria e realizzata dalla ditta Capoferri, riprende le geometrie delle campate storiche di Muzio.

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Una grande tenda mobile di 400 metri quadri fluttua sospesa sopra il padiglione vetrato.
Aprendosi completamente su un lato, essa fa funzionare il padiglione come una serra bioclimatica termoregolante, con modalità d’uso differenti tra giorno/notte ed estate/inverno, e permettendo agli ospiti di pranzare riparati dal sole o di cenare sotto le stelle. Come una videoinstallazione, la tenda sospesa sulla serra si anima di immagini e di luci studiate da Guido Bianchi, rimandando agli eventi promossi da Triennale per Expo e offrendo ai propri ospiti un’esperienza unica tra alta cucina e design, sospesa tra parco e città.

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Progetto

Il padiglione è lungo 33 metri, largo 4,7, alto 3 e ha una superficie di circa 150mq. Posizionato parallelamente al prospetto sul parco Sempione ed arretrato di circa 3 metri dal perimetro dell’edificio, esso è caratterizzato da una leggera struttura modulare in acciaio inox costituita da sette campate modulari di 4,7 metri, seguendo lo stesso passo delle arcate dell’edificio storico disegnato da Muzio.
Il perimetro del padiglione è completamente apribile sui quattro lati, mediante un sistema scorrevole sui lati lunghi e un sistema traslante sui lati corti. Nella sua configurazione aperta, il padiglione si presenta come un telaio metallico senza soluzione di continuità spaziale con la terrazza, non avendo più angoli che ne delimitano lo spazio.
Essendo completamente vetrato anche in copertura, il padiglione è protetto da una grande tenda costituita da 8 moduli di 4,7 metri di larghezza e 10 metri di lunghezza, completamente avvolgibili su rulli motorizzati.

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Grazie all’uso dinamico e combinato della tenda e delle ante scorrevoli e traslanti, il padiglione diversifica il suo funzionamento seguendo le condizioni climatico-ambientali come una serra bioclimatica termoregolante, garantendo il comfort ambientale con il minimo apporto dei sistemi impiantistici e con modalità d’uso differenti durante il giorno e le stagioni. L’utilizzo della tenda mobile ombreggiante garantisce il controllo ambientale interno riducendo il surriscaldamento nei mesi estivi, oppure, avvolgendosi, favorendo l’apporto solare passivo attraverso l’irraggiamento solare diretto sulla copertura vetrata nei mesi invernali. Durante le mezze stagioni è prevista l’ottimizzazione della ventilazione naturale attraverso le generose aperture vetrate su lati contrapposti.
Se di giorno la tenda assume una valenza prevalentemente energetico-ambientale, di sera essa diventa diffusore luminoso o videoinstallazione animata da proiettori posizionati all’esterno e sincronizzati tra loro.
Tra il padiglione e la pensilina esistente si articola un orto aromatico che funge da buffer ambientale che accompagna l’ospite verso l’ingresso del ristorante lungo il porticato esistente. La geometria del padiglione individua chiaramente tre aree funzionali: l’area di accoglienza con il bar panoramico all’estremità sudorientale, l’area dello show-cooking all’estremità nord-occidentale e l’area da pranzo al centro con diverse possibili configurazioni in funzione della flessibilità richiesta da performance ed eventi temporanei. Secondo questo approccio, il padiglione si propone come spazio sensibile in perpetua evoluzione, che interagisce in virtù degli scambi dinamici tra interno ed esterno.



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