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Stadio di Agadir

Un sogno sfumato e un obiettivo raggiunto. Il Marocco è stato in lizza fino all’ultimo per ospitare nel 2006 il primo campionato mondiale di calcio disputato in Africa.
La candidatura a quel Mondiale, assegnato poi al Sudafrica, ha comunque generato il progetto di nuovi grandi stadi, due dei quali sono stati ultimati di recente e portano la firma di uno dei più prestigiosi architetti italiani, Vittorio Gregotti. Grazie a queste nuove strutture il Marocco potrà ospitare la prossima edizione del campionati mondiali di calcio per squadre di club che si disputeranno a dicembre.
Gli stadi sorgono in due città simbolo del Marocco di ieri e di oggi: Marrakesh, la più affascinante delle cosiddette città imperiali e Agadir, meta privilegiata del turismo internazionale, città completamente ricostruita dopo un devastante terremoto nel 1960.
Il concorso internazionale per la realizzazione degli stadi è stato vinto dallo Studio Gregotti Associati International e Sad Benkirane già nel 2000, i lavori però sono stati ultimati solo nel 2012.
Nel caso di Agadir lo stadio sorge in un’area al di fuori del centro abitato, nell’entroterra che confina con la zona montuosa. Un terreno arido e sassoso. “Abbiamo disegnato una struttura che appare come una sorta di collinetta, sostenuta da terrapieni, rivestiti con gradoni di cemento. Una costruzione che sembra nascere dal terreno in cui è collocata”, spiega l’arch. Gregotti.
Questa soluzione progettuale rende la struttura antisismica e ha permesso di realizzare vie sicure di accesso e di deflusso lungo i terrapieni. Le tribune sono coperte con brise-soleil in lamelle di legno verniciato bianco, mentre nel catino interno vengono usati colori forti, anche in funzione segnaletica.
Il deciso contrasto tra l’austerità dell’esterno e la grande ricchezza di colori dell’interno è un altro riferimento all’architettura tradizionale del luogo.
L’impianto luci dello stadio di Agadir risponde a standard tecnici di altissimo livello e valorizza le scelte progettuali dello studio di Gregotti.
Su ognuna delle imponenti torri faro sono collocati 72 proiettori Forum (Disano), per un totale di 288 proiettori, dislocati ad altezze che vanno da 47 a 54 metri. Inoltre, sulla copertura della tribuna principale sono collocati altri 68 proiettori Forum, dislocati ad un’altezza di 32 metri. “L’impianto luce soddisfa standard che vanno anche ben oltre quelli richiesti dalla Fifa per gli incontri internazionali con riprese televisive – spiega Maurizio Fortunato di Disano – Abbiamo un livello di illuminazione di 2500 lux in orizzontale e 2000 lux verticali. L’impianto può essere usato con 7 scenari diversi, ossia con accensioni differenziate per pulizie, allenamenti, gare con o senza riprese televisive. La luce di emergenza è garantita da due ore di autonomia in caso di black out.”
Lo stadio di Agadir si caratterizza anche per scelte progettuali che si discostano dalle soluzione tecniche abituali e sono motivati dalle particolarità del territorio su cui è collocato l’impianto. Le grandi torri faro ricoperte da lastre di marmo bianco evocano la forma di un minareto, le coperture delle tribune per evitare l’accumulo eccessivo di calore sono realizzate con tensostrutture che creano una sorta di pergolato frangisole. Nelle ore serali l’illuminazione interagisce con questi elementi creando effetti di grande suggestione.
Il nuovo stadio di Agadir, insieme a quello di Marrakesh, entrambi con una capienza superiore ai 45mila spettatori, rappresentano per il paese nordafricano un’importante opportunità per conquistare la ribalta di eventi sportivi internazionali coma l’edizione 2013 della FIFA Club World Cup, la coppa del mondo di calcio per club.



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